Sui tassi di interesse la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde è un muro di gomma. Nella sua audizione al parlamento Ue, di fronte a domande sulle prossime intentenzioni della banca centrale, la presidente si limita a ripetere quanto scritto nel comunicato dello scorso che ha accompagnato la decisione di portare il costo del denaro al 4,5% (il livello più alto da quando esiste l’euro) . Quindi questi tassi vengono considerati adeguati per ricondurre l’inflazione verso quel 2% considerato valore ideale, se protratti a lungo. Ma tutto, puntualizza Lagarde, dipenderà dai dati. Dopo queste dichiarazioni, che non offrono nessuna speranza aggiuntiva ai mercati su un’inversione della politica monetaria, i mercati europei sono peggiorati e i rendimenti dei titoli di Stato sono saliti ancora. Già in mattinata il rendimento del bund tedesco aveva toccato il 2,8%, valore più alto dal 2011. Un Btp decennale paga il 4,65%, con uno spread (differenza di rendimento tra titoli tedeschi e italiani) sostanzialmente stabile. “È il nostro mandato garantire stabilità dei prezzi e riportare l’inflazione al 2% nel medio periodo. E’ questo che ci spinge. La nostra ossessione è la missione e il mandato conferito dai trattati. Questo è il contesto e il tasso di interesse è lo strumento chiave che possiamo usare per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%”, ha continuato la banchiera centrale.

Lagarde non risponde neppure alla domanda se la Bce stia prendendo in considerazione la possibilità di alzare le riserve minime delle banche, limitandosi a constatare come le riserve in eccesso siano scese da 4.700 miliardi a 3.600 miliardi di euro. Una scelta che avrebbe permesso alla Bce di risparmiare circa 10 miliardi di euro di interessi aggiuntivi pagati sulle somme depositate dalle banche europee presso la stessa banca centrale.

Dopo aver ribadito l’opportunità per i governi dell’area euro di ridurre gli incentivi e le agevolazioni per bollette energetiche e carburanti (l’Italia approva oggi un provvedimento di segno opposto), la presidente si è però concentrata sull’importanza di raggiungere un’intesa sulla riforma del Patto di Stabilità entro la fine dell’anno. Senza un accordo “c’è un rischio di rinvio sine die e non possiamo permettercelo perché non si conoscerebbe il quadro di governance per gli Stati e per noi come decisori sarebbe un contesto molto difficile”, ha detto la presidente. Nel parere Bce abbiamo indicato quattro priorità: “riduzione del debito sovrano e minore eterogeneità dei livelli di debito tra Paesi. Crescita più elevata e maggiore anticiclicità della politica fiscale. Ora è il momento di andare avanti su questo dossier e conto su questa commissione perché faccia la sua parte per garantirne un’adozione tempestiva”.

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