I migranti come priorità, l’Europa come colonna portante. Tanto che Elly Schlein a Montecitorio si lascia andare a una battuta: “Se Conte va a destra sui migranti, ci regala uno spazio a sinistra”. È appena uscita dalla presentazione di una proposta di legge volta a rafforzare l’ancoraggio costituzionale dell’Italia all’ordinamento europeo, per chiarirlo e precisarlo nell’articolo 11 della Costituzione, con un riferimento espresso alla partecipazione dell’Italia all’ordinamento europeo. La campagna elettorale del Pd verso le Europee comincia così. Con un testo presentato a Montecitorio dalla segretaria, la capogruppo Chiara Braga, Enzo Amendola, Peppe Provenzano e Piero De Luca. Una scelta di campo, per chiarire da che parte bisogna stare e per provare a stanare una parte del centrodestra, a partire da Forza Italia.

Perché al Nazareno ritengono che la battaglia principale sarà tra Ppe e Pse. E, dunque, non bisogna essere ambigui. Anche perché la segretaria è convinta che il mondo delle imprese voglia risposte chiare su questo. Non ha il timore Schlein di essere assimilata all’Europa dell’establishment, dei burocrati. E non ha neanche remore a partire dal ricordo di Giorgio Napolitano come “grande europeista”. Un boomerang possibile, rispetto a certe fette del suo elettorato, che però lei non vede. Perché il suo obiettivo è quello di tenere unito il partito su un tema che non può che essere condiviso. Anche da una posizione più radicale.

“So che per certi mondi di sinistra, alcune regole europee non sono modificabili. Ma io sono convinta di sì. Io lavoro per un allentamento del rigore, per l’Europa del Next generation Eu”. E sui migranti: “Aspettiamo testi definitivi ma in generale posso dire che questo è un governo che è tutto chiacchiere e distintivo su questo”. Ancora. “Il governo ha già peggiorato la situazione, ha reso più difficile salvare le vite in mare e ha smantellato l’accoglienza diffusa”. Spiega: “Abbiamo fatto 7 proposte” sulla questione migratoria, “ma non abbiamo avuto alcuna risposta dalla destra”. Tra i punti c’è “la riforma del trattato di Dublino. C’è chi dice: è impossibile. Ma allora vuol dire rinunciare a fare politica. Far politica significa provare a portare un cambiamento anche laddove è difficile”. Una domanda sorge spontanea.

Giuseppe Conte la seguirà anche per quel che riguarda la proposta europea? La segretaria ribadisce in ogni sede che lei non ha alcuna intenzione di fare polemica con il leader di M5s. Anche se lui attira voti? Lei si dice convinta che non bisogna fare politica seguendo i sondaggi. Proprio sul tema dei migranti. Conte non ha esitato ad affondare, sostenendo che il Pd è per l’accoglienza indiscriminata. La “terza via” evocata da Conte la segretaria non la intravede. Ma l’avversario resta la destra. Qualcuno ai piani alti del partito si lascia pure scappare la battuta: “Ma con quello che ha detto Crippa, l’ambasciatore tedesco è ancora qui? Non lo hanno richiamato”. Le elezioni sono il 9 giugno, la campagna elettorale è appena cominciata.

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