È cominciata l’autopsia di Matteo Messina Denaro. Il boss di Cosa nostra è morto nella notte di lunedì a causa di un tumore al colon, all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dov’era ricoverato dall’8 agosto. L’esame autoptico, predisposto dalla procura, è stato ordinato per evitare eventuali contestazioni sull’effetto del 41 bis – il carcere duro per detenuti mafiosi – su un malato di cancro. Di solito, comunque, l’autopsia viene spesso predisposta sui boss deceduti in carcere. Dell’esame se ne occupa una equipe medica del reparto di anatomia patologica dell’ospedale abruzzese: il medico legale è Cristian D’Ovidio, docente dall’università di Chieti.


Dopo l’esame arriverà il nulla osta e la salma sarà trasferita in Sicilia, probabilmente nella notte. Il feretro da circa 1.500 euro, di frassino, è stato acquistato da Lorenza Guttadauro, nipote e avvocata del capomafia, dalla ditta Pacini dell’Aquila mentre il carro funebre arriva da Castelvetrano, la città del boss di Cosa nostra. Massimo riserbo sul percorso che seguirà il trasferimento della salma: di sicuro c’è solo che l’auto sarà scortata e ci sarà un percorso dedicato, con l’ipotesi che arrivi domani in giornata a Castelvetrano. Possibile che il feretro giunga prima a Napoli, per poi essere imbarcato su una nave e raggiungere così la Sicilia .

Non ci sarà alcun funerale religioso, come voleva il defunto: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”, scriveva Messina Denaro prima di ammalarsi di tumore, immaginando un suo ipotetico funerale, in un appunto del 2013. In ogni caso, comunque, la Chiesa non concede quasi mai il funerale ai mafiosi. Il feretro del capomafia verrà dunque tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero di Castelvetrano, dove già è sepolto Francesco Messina Denaro, il padre di Matteo. La cerimonia sarà molto veloce, probabilmente all’alba di giovedì e sarà monitorata dagli investigatori.

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