FQChart è la media aritmetica settimanale dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani in esclusiva per Il Fatto Quotidiano.
Concorrono alla media tutti i sondaggi pubblicati dai maggiori istituti demoscopici nella settimana appena conclusa.
Settimana dal 18/9 al 24/9/2023

FdI 28%
PD 19,6%
M5S 16,7%
Lega 9,5%
FI 7,2%
Azione 3,8%
AVS 3,1%
IV 2,9%
+Europa 2,4%
Altri 6,8%

Con la ripresa della pubblicazione dei sondaggi di fine estate torna la nostra chart e si delineano nuovi scenari. All’orizzonte si profila una lotta aperta tra i tre partiti di destra al governo.

La Lega è, come noto, in trend positivo da mesi ma non riesce a realizzare un exploit significativo. Per questo il leader Salvini sta alzando il tiro nell’ambito del dibattito politico sperando di sottrarre maggior consenso all’alleata rivale Meloni. Quest’ultima risponde a colpi di narrazione tipica della destra (“un nemico a tutti i costi”) e vantando i successi del suo primo anno al governo. L’impressione al momento è che la popolarità della premier, in assenza di un cambio di paradigma, potrà servire nel breve periodo a tamponare la perdita di voti, mentre la Lega, ancora forte di uno zoccolo duro sui territori, potrebbe presto riguadagnare la fiducia di un elettorato conteso. Il dato medio per la Lega è 9,5% (sopra il 10 per Euromedia e Noto) quello di FdI è 28% (ma è al di sotto di questo valore per la metà dei sondaggi analizzati).

Discorso a parte merita Forza Italia che appare più in lotta con la Lega che con i Fratelli d’Italia. È un cambiamento di rotta rispetto alla politica delle alleanze degli ultimi mesi di vita di Silvio Berlusconi, dettato da un progetto non ancora chiaro: sopravvivenza o rilancio accanto all’alleata Meloni?Forza Italia registra attualmente un 7,2% ma il trend è negativo.
Non vanno benissimo le cose in casa dei Dem.

Il Partito Democratico è segnalato in flessione in molti sondaggi e per la prima volta da mesi torna sotto il 20%. La segretaria Schlein non riesce a trasformare in fatti le intenzioni di rilancio a sinistra del partito. Il resto lo fanno i continui attacchi gratuiti da parte degli autoproclamati riformisti del PD e le continue fuoriuscite (con passaggi verso Renzi e Calenda) che portano via voti (pochi per volta o consistenti non fa differenza).

Può sorridere, ma non più di tanto, il M5S di Giuseppe Conte: questa settimana sfiora il 17% ma l’ambizione di superare il Pd è ancora lontana dal realizzarsi.

Ritrova il suo elettorato Azione di Carlo Calenda, quasi al 4% da solo senza più Renzi o PiùEuropa. A tal proposito ItaliaViva rosicchia qualche consenso in più ma si trova ancora sotto il 3%. Finisce nella voce “Altri partiti” il minipartito di Gianluigi Paragone “Per l’Italia-ItalExit” che ormai molti istituti non sondano più in maniera apprezzabile.

Fonte: Swg, Euromedia Research, Tecnè, Demos, Noto Sondaggi, Emg

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