“Non ha decifratola Stele di Rosetta come ha fatto il grande Jean François Champollion, ma ha lavorato con impegno e risultati”. E’ questa la cifra della lettera del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano pubblicata dal quotidiano La Stampa. Sangiuliano non entra nel merito degli attacchi di Fratelli d’Italia e Lega conto il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco. Nessuna menzione all’ultima accusa, quella di “razzismo contro gli italiani e i cristiani” per aver promosso, ormai nel 2018, il biglietto scontato per i visitatori arabi. Iniziativa che fu contestata con tanto di false prove dal leghista Andrea Crippa, che oggi è vicesegretario della Lega e rilancia chiedendo proprio a Sangiuliano la cacciata di Greco, “direttore di sinistra che ha gestito il Museo in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana”.

Sangiuliano si tiene alla larga dall’accusa di razzismo, attacchi che hanno rilanciato le parole dalla stessa Giorgia Meloni che sempre nel 2018 ebbe un faccia a faccia con Greco e poi minacciò di cacciarlo una volta al governo. Anzi, nega l’esistenza di “una minacciosa campagna, con annesse liste di proscrizione, per “cacciarlo” dal Museo”. Greco “potrà continuare a farlo (il direttore, ndr) fin quando la Fondazione che lo ha chiamato deciderà che è lui il più adatto”, scrive il ministro, che però spende parole in difesa dell’assessore del Piemonte, Maurizio Marrone, che per primo si era opposto a una sua riconferma. “L’assessore regionale piemontese Maurizio Marrone, amico e persona di grande qualità, sensibile alle questioni culturali e col quale collaboro con grande profitto, e che non ha certo bisogno di me per essere difeso, ha riconosciuto le doti manageriali di Greco, non ha evocato nessuna «epurazione» e si è limitato a ricordare la vicenda del professor Francesco Tiradritti, vittima di una ingiusta esclusione dal cda della Fondazione. Nulla di più”, si legge nella lettera a La Stampa.

Piuttosto si dice stupito “dalla bolla mediatica che determinati osservatori e forze politiche stanno ideologicamente portando avanti, forse con l’obiettivo di ottenere un ritorno politico”. “Niente da fare”, aggiunge, quasi che l’ente vada difeso dai media: “Il Museo Egizio è troppo importante per essere impantanato in polemiche di bassa cucina politica: il ministero della Cultura assicurerà sempre massima collaborazione e lavorerà con la Fondazione per valorizzarlo e per renderlo sempre più attrattivo”. Per rispondere a chi chiede cacciata e dimissioni, esclude ogni ipotesi di ingerenza sulla Fondazione che “sceglie in autonomia, secondo meccanismi normativi e statutari, il profilo più adatto a ricoprire la direzione”. Una lettera delicata per il ministro, chiamato in causa da chi lo esorta a ben altri toni e metodi. Non per questa volta: “Non conosco personalmente il direttore Christian Greco, non ho avuto finora l’occasione di incontrarlo o di confrontarmi con lui” – precisa Sangiuliano – “ma gode di ottima fama e in molti ritengono che abbia lavorato bene in questi anni. Di questo non posso che essere felice”.

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