La destra dà l’assalto al Museo Egizio di Torino e ci pensa la Lega a trascinare la vicenda fuori dai confini piemontesi, chiedendo l’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’obiettivo di Fratelli d’Italia e del Carroccio è il direttore Christian Greco, che secondo il partito guidato da Matteo Salvini ha gestito il museo “in modo ideologico e razzista” nei confronti degli italiani e dei cristiani. Più che una critica nel merito, quella della Lega sembra una rappresaglia nei confronti del manager per un’iniziativa di qualche anno fa nella quale era prevista una scontistica per le coppie arabe che finì per coinvolgere direttamente Giorgia Meloni. L’attuale presidente del Consiglio, tra l’altro, minacciò di cacciare il direttore una volta al governo.

Tutto il can-can contro Greco è iniziato per bocca dell’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone, che nel 2011 si distinse – da consigliere comunale – tra i protagonisti dell’assalto ai Murazzi, sui cui muri vennero lasciate scritte come “Partigiani infami”, “Boia chi molla”, “Viva il duce”. Intervistato dal Corriere della Sera, negli scorsi giorni ha detto che non confermerebbe Greco alla guida del Museo Egizio perché “ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate, che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel CdA del Museo”. Il suo pensiero è stato bollato come “personale” dalla collega di giunta, la leghista Vittoria Poggio, che ha la delega alla Cultura: “Christian Greco è un manager di grande competenza e valore come dimostrano i risultati raggiunti dal Museo Egizio”.

Il direttore non ha mancato di rispondere attraverso le pagine de La Stampa auspicando che i manager dei musei non vengano giudicati dalla politica: “Ci deve essere una separazione e un sistema di valutazione chiaro. La politica deve indicare la strategia: poi i parametri vanno tradotti in obiettivi e valutati da commissioni tecniche e professionali”. Mentre in Italia “l’ingerenza politica è eccessiva, rovina determinati equilibri ed è un problema che esiste da sempre”, sono state le sue parole al quotidiano torinese. In sua difesa si sono schierati anche 92 egittologi – compresi membri del Comitato scientifico del museo, nonché il presidente dell’Associazione internazionale degli Egittologi – che in una lettera aperta hanno parlato di “costernazione” per gli attacchi e, esprimendo “pieno appoggio” al direttore, hanno chiesto “massima attenzione da parte di tutti affinché l’importante lavoro compiuto finora non venga dilapidato e che, anzi, possa esserne garantita la continuità”.

Ma le dichiarazioni di Greco hanno fatto esplodere il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, anche lui pienamente coinvolto nella vicenda del 2018 legata alle scontistiche per gli arabi. E proprio da lì, riparte il vice di Matteo Salvini chiedendo a Greco un “gesto di dignità”, ovvero: “Si dimetta”. In caso contrario, arriva l’avvertimento, quasi una minaccia: “Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”, ha detto ad Affaritaliani.it. Crippa definisce Greco “un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana”.

Finita? Macché: “Va cacciato subito, meglio quindi se fa un gesto di dignità e se ne va lui. Incredibile che dopo aver gestito il Museo in modo ideologico ora chieda di mantenere la poltrona al governo di centrodestra. Il Museo Egizio di Torino – prosegue – viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani. Si dimetta subito farebbe più bella figura”, conclude. Eppure a difendere Greco è intervenuto perfino Vittorio Sgarbi: “Il direttore dell’Egizio va confermato. Polemica sterile, ha fatto un ottimo lavoro”, ha detto il sottosegretario alla Cultura ricordando che, tra l’altro, la sua nomina non dipende dal governo. Pesante la presa di posizione della segretaria del Pd, Elly Schlein che giudica l’attacco “grave nel metodo e nella sostanza” e riconducibile al fatto che Greco “non è, secondo loro, allineato alle posizioni di governo”. Un fatto, rimarca, che “tradisce la mania di controllo di Giorgia Meloni già dimostrata con l’occupazione della Rai, con Inps e Inail, con il Centro sperimentale di cinematografia. È una concezione proprietaria delle istituzioni e della cultura che noi non possiamo accettare”.

“Quando sei in difficoltà, inventati un nuovo nemico. È ormai la tattica continua del centrodestra. In questi giorni la vittima designata è il Direttore del Museo Egizio di Torino. Christian Greco è un bravissimo egittologo che sta svolgendo da anni un lavoro preziosissimo per il Museo, come dimostrano le quantità di visitatori in continua crescita e le numerose collaborazioni attivate con musei, istituti di ricerca e università internazionali. Il suo peccato, per la destra, è aver aperto il museo con politiche di inclusione rivolte a tutte e tutti. E, evidentemente, aver avuto troppo successo“, afferma l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, parlamentare M5s. “Il ministro Sangiuliano a chi chiede la testa del Direttore del quinto museo più visitato d’Italia risponde ‘no comment‘. E chi dovrebbe commentare, se non lui? Politici che sul tema dovrebbero solo avere la decenza di tacere, come il deputato leghista Crippa che anni fa fabbricava video falsi contro Greco? O il Ministro non conosce il Museo, cosa che non mi stupirebbe, oppure è ostaggio dei partiti che lo sostengono. O, probabilmente, entrambe le cose. Scapperà anche dall’Aula per non rispondere alla nostra interrogazione?”, conclude Appendino.

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