di Michele Sanfilippo

Meloni all’Onu: “Guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani”. A mio parere il ragionamento che sta dietro questo tipo di richiesta fa acqua da tutte le parti per più di un motivo, il primo dei quali è che non punta a rimuovere la causa ma, eventualmente, il vettore. Se tanta gente sente il bisogno di migrare, il più delle volte, lo fa perché il luogo in cui vive (o, più spesso, sopravvive) gli è intollerabile.

Condivido la necessità di colpire i trafficanti che, detto per inciso, sono persone spregevoli, ma ho dei seri dubbi che concentrare tutti gli sforzi per combatterli possa attenuare il fenomeno della migrazione – come, del resto, la sola lotta al narcotraffico non ha attenuato il consumo di droghe. In buona sostanza dietro tale richiesta non c’è il seppur minimo intento di provare a rimuovere le cause che spingono così tante persone ad abbandonare il luogo in cui vivevano.

Sappiamo bene che, nella stragrande maggioranza dei casi, chi decide di migrare lo fa per abbandonare territori di guerra o in cui regna un’estrema indigenza. In entrambi i casi le responsabilità maggiori sono direttamente o indirettamente da attribuirsi ai paesi più ricchi. Se pensiamo alla guerra in Siria per esempio sono stati gli Usa con Hillary Clinton in testa a fomentare le fazioni antigovernative. Per quanto riguarda la Libia dobbiamo invece ringraziare la Francia di Sarkozy che ha fortemente voluto la testa di Gheddafi. Entrambe queste guerre, oltre ad aver provocato migliaia di morti, hanno aperto una vera autostrada all’Isis con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

In tanti altri paesi dell’Africa le politiche coloniali dei paesi occidentali non hanno di certo arricchito le popolazioni locali. Ancora adesso, ad esempio in Niger e in Gabon, sono i paesi occidentali insieme a Russia e Cina ad armare le fazioni ribelli. Insomma i paesi più ricchi giocano a risiko con quelli più poveri per mere ragioni economiche che, come detto prima, non avvantaggiano di certo le popolazioni locali e, caso mai, le mettono in condizioni di dover fuggire.

L’ultimo motivo, ma a mio avviso non meno importante, riguarda ragioni etiche. I migranti sono persone, spesso deboli, che hanno bisogno di aiuto e di sostegno. Forse non è possibile accoglierli tutti, ma intanto, mentre aiutiamo chi ne ha bisogno, invece di puntare il dito sui trafficanti vediamo di concentrarci sulle cause che spingono così tante persone a cercare una vita migliore al di fuori del loro paese. Ieri eravamo noi i migranti e non è escluso che domani torneremo ad esserlo.

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