Ospite del primo appuntamento stagionale di Dimartedì (La7), lo scrittore e giornalista Corrado Augias smantella due capisaldi della propaganda sbandierata dalla destra e in particolare dalla premier Giorgia Meloni: Dio e famiglia.
“Giorgia Meloni difende Dio? – osserva Augias – Come giustamente ha detto il giornale dei vescovi, Avvenire, in genere si difende qualcuno che si presume non possa farlo da solo. Difendere Dio, se non offendesse la Costituzione e comunque la offende, offende Dio stesso”.

E cita la proposta di legge della deputata della Lega, Simona Bordonali, che vuole rendere obbligatoria l’esposizione del crocifisso “in un luogo elevato e ben visibile”: “Quando andavo alle elementari, in classe sulla parete c’erano i ritratti del re e del Duce. E in mezzo c’era il crocifisso. Ero un bambino e non capivo niente, ma poi, ripensandoci da adulto – continua – mi sono reso conto di quale orrore fosse accomunare il crocifisso a due figure politiche, peraltro discutibili. Ma anche ammesso che non fossero stati discutibili, è un orrore mettere un crocifisso attaccato al muro. Io che non sono cattolico dico che se ho bisogno di Gesù, lo vado a cercare. Non lo devo trovare inchiodato al muro“.

Augias si sofferma poi sull’altro soggetto che Meloni vorrebbe difendere nella sua battaglia, la famiglia: “Qui ci vuole un coraggio che sfiora la spudoratezza. Di quale famiglia si parla? La famiglia è una convenzione giuridica. La famiglia che abbiamo oggi in Italia non è la famiglia che avevamo 4 secoli fa e non è la famiglia che c’è oggi in un altro paese. Quando la Meloni parla di famiglia, di che parla, lei che una famiglia tradizionale non ce l’ha? Io questo vorrei capire”.
E conclude: “Non serve il rabbino, non serve il prete, non serve il sindaco. Possono aiutare. Ma è l’amore che tiene insieme una famiglia“.

Articolo Precedente

Travaglio a La7: “Se Lollobrigida non avesse sposato la sorella della Meloni, tutto avrebbe fatto nella vita tranne che il ministro”

next
Articolo Successivo

Migranti, anche Bonaccini dice no al piano del governo: “Cpr in Emilia-Romagna? Non se ne parla. Da Roma nessun dialogo con le Regioni”

next