Ricomincia l’anno scolastico e la Lega torna a parlare dell’obbligo di esporre il crocifisso, non solo nelle scuole, ma praticamente in ogni luogo pubblico. Le nuove richieste del Carroccio arrivano con una proposta di legge, presentata alla Camera, a prima firma della deputata leghista Simona Bordonali. La proposta si propone di rendere obbligatoria l’esposizione del crocifisso, “in luogo elevato e ben visibile”, non solo nelle aule “delle scuole di ogni ordine e grado” e in quelle delle “università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione”, ma anche negli uffici pubblici, negli uffici degli enti locali territoriali, nei seggi elettorali, “nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane”.

E ancora: negli uffici giudiziari, “nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere”, nelle stazioni, nei porti, negli aeroporti e nelle carceri. Prevista anche un’ammenda da 500 a 1.000 euro per chi vilipende il simbolo o chi “lo rimuove in odio ad esso”. Sanzioni anche per chi “ometta di ottemperare all’obbligo” di esporre la croce “o all’obbligo di vigilare” sul rispetto di tale norma, chiunque esso sia: “pubblico ufficiale”, “incaricato di un pubblico servizio” o chiunque “investito di responsabilità nella pubblica amministrazione”.

Una proposta che inevitabilmente farà discutere, volta a tutelare quello che, nel testo che introduce la legge, viene definito come “emblema di valore universale della civiltà e della cultura cristiana”, nonché “elemento essenziale e costitutivo e perciò irrinunciabile del patrimonio storico e civico-culturale dell’Italia, indipendentemente da una specifica confessione religiosa”. A detta dei proponenti, l’immagine del Crocifisso non costituisce alcuna costrizione della libertà di religione: sarebbe invece l'”obbligo giacobino di rimozione del crocifisso” a costituire una cattiva interpretazione della “decantata laicità della Costituzione”, che cancellerebbe “i simboli della nostra identità” e dunque svuoterebbe “di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società”.

Non è la prima volta che la Lega propone l’obbligo del crocifisso nei luoghi pubblici: il medesimo disegno di legge fu presentato nel 2016 e nel 2018. Un vecchio cavallo di battaglia, dunque, che il Carroccio starebbe rispolverando come risposta alla premier, Giorgia Meloni, e al suo summit “in difesa di Dio” tenuto insieme al primo ministro ungherese Viktor Orban. Da anni Salvini è impegnato in una battaglia “cristiana” tra rosari sfoderati nei comizi e appelli al “cuore immacolato di Maria”.

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