Un po’ di sapone sul corpo per passare attraverso le sbarre e un lenzuolo per calarsi dalla finestra della propria cella al terzo piano: così, nella notte fra il 17 e il 18 settembre, un detenuto ha tentato di evadere dall’Istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano. Il lenzuolo si è però spezzato e il giovane è piombato a terra, rompendosi una gamba: a quel punto è stato bloccato dagli agenti della polizia penitenziaria.

“Dopo l’evasione multipla del Natale scorso, si ripresenta evidentemente in tutta la sua gravità il tema della sicurezza dell’Ipm milanese e, più in generale, delle strutture penali minorili”, ha dichiarato il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria Gennarino De Fazio. “Al netto delle capacità e della professionalità della Polizia penitenziaria, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se il ristretto non si fosse fatto male nel salto. Segno evidente di come e quanto la sicurezza e l’assolvimento delle funzioni carcerarie siano rimesse al fato molto più che all’efficace programmazione e all’efficiente organizzazione”. Protesta anche Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del sindacato autonomo della Polizia penitenziaria (Sappe): “Come noto, i poliziotti in servizio sono costretti a svolgere turni di lavoro massacranti. Abbiamo riscontrato permanenze in servizio anche di venti ore consecutive oltre a impieghi mensili che superano le 25 presenze mensili. A questo si deve aggiungere il grave sovraffollamento della popolazione detenuta; sovraffollamento che ha obbligato la direzione a ubicare i ristretti anche nei locali adibiti a infermeria”.

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