La “luna di miele è finita” e le imprese “si stanno rivoltando contro il governo”. Il tutto alla vigilia del varo della manovra finanziaria in condizioni che “nono sono affatto favorevoli”. Il Financial Times mette in luce le difficoltà che attendono il governo Meloni nei prossimi mesi e ricorda che le stime di crescita dell’Italia, pari all’1% quest’anno e all’1,5% l’anno prossimo, “sono ampiamente considerate eccessivamente ottimistiche”.

Per il Ft, quella che attende la coalizione di centrodestra è “la sua prova più grande”, ovvero “trovare un equilibrio tra le risorse” nazionali “in diminuzione e il rispetto di alcune delle sue promesse elettorali di tagliare le tasse e aiutare le famiglie in difficoltà”. Gli investitori, si legge in un articolo firmato da Amy Kazmin, stanno “osservando attentamente per determinare se Meloni manterrà il suo impegno di disciplina fiscale – anche se l’economia italiana vacilla – o sarà tentata da una politica fiscale espansiva o da altre misure non ortodosse”.

La decisione di Meloni di disertare il forum di Cernobbio ha “aggravato la crescente inquietudine tra le aziende e gli investitori sulla capacità del governo di destra italiano di guidare il Paese fortemente indebitato” nel mezzo del “rallentamento economico europeo”, evidenzia il quotidiano, facendo più volte riferimento all’effetto provocato sui mercati dall’“annuncio a sorpresa” dell’imposta sugli extraprofitti delle banche, e riportando le voci del capo economista per l’Europa meridionale di Goldman Sachs (ed ex responsabile economico del Pd) Filippo Taddei, e dell’ex funzionario del ministero delle Finanze, Lorenzo Codogno, che ora gestisce una società di consulenza macroeconomica.

L’autorevole giornale britannico ricorda anche che “mentre la crescita vacilla, gli investitori si chiedono se l’Italia possa ancora raggiungere l’obiettivo di ridurre il deficit fiscale al 4,5% del Pil nel 2023 e al 3,7% nel 2024, o se il governo Meloni aumenterà l’obiettivo del deficit questo mese”. Il tutto in una condizione in cui, prosegue il foglio della City londinese, “vi sono forze all’interno della coalizione che non sono realmente in sintonia con i mercati o con gli interessi degli investitori”.

Per il Ft, Meloni ha “riconosciuto” che le sue promesse di tagliare le tasse, aumentare le pensioni e aumentare la spesa sanitaria “saranno difficili da mantenere nell’attuale rallentamento economico” e “sarà probabilmente riluttante ad abbandonare completamente la cautela fiscale, dato che le turbolenze del mercato potrebbero ritorcersi contro la sua immagine in patria”.

Nell’articolo del Financial Times si puntano i riflettori anche sul Pnrr, osservando che “l’attuazione ha vacillato e Roma ora sta cercando l’approvazione di Bruxelles per una revisione del piano” sottolineando come una richiesta di revisione al rialzo del deficit sottintenderebbe “la mancanza di fiducia di Roma nella sua capacità di soddisfare tutte le condizioni e di accedere pienamente ai fondi Ue”.

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