“Le domeniche d’agosto quanta neve che cadrà”, cantava Gigi d’Alessio nel 2002. Nel 2023 è successo davvero. Fiocchi di neve sono caduti sulla Marmolada nella notte tra il 28 e il 29 agosto appena concluso, raggiungendo al rifugio di Punta Penia (3343 metri sopra il livello del mare) i 10-15 centimetri di altezza.

E non è stata la prima volta di questo agosto. Il 5 agosto le temperature avevano raggiunto i 6 gradi sotto lo zero, crollando di oltre 10 gradi, con la colonnina di mercurio che aveva segnato -3°C, ed era apparsa la neve sulle vette più alte. Nelle città trentine e nel bellunese le temperature erano crollate di colpo anche di 17°C per colpa del ciclone Circe. Era da tempo che non si registrava un abbassamento così repentino. Nella parte centrale di agosto, infatti, abbiamo avuto due settimane di caldo record con temperature che hanno sfiorato i 40°C. Ricordiamo che lo scorso anno sulla stessa Marmolada era crollata la calotta sommitale del Seracco a causa del caldo creando una valanga che ha travolto e ucciso 8 persone.

Tempeste di grandine hanno colpito diverse zone dell’Italia. Il 26 luglio nella bassa friulana sono caduti chicchi di diversi centimetri che hanno provocato gravissimi danni alle macchine e alle case. Moltissime auto sono state praticamente distrutte, diversi tetti sono stati divelti e la grandine ha forato alcuni cappotti delle case causando buche di diversi centimetri sulle pareti esterne. A Gorizia, in via Trieste, un albero è caduto bloccando la strada e distruggendo diverse macchine parcheggiate. Il 29 agosto una grandinata con chicchi grandi come palle da tennis si è abbattuta in provincia di Lecce colpendo soprattutto i paesi di Montesano, Specchia e Miggiano. Anche qui si sono registrati danni alle vetture con parabrezza, fari e carrozzerie rotte. La grandine ha rovinato i dehor di diversi locali, bucandone tavoli e sedie.

In Francia, a causa delle forti piogge, il 27 agosto una frana di circa 700 metri cubi è caduta a Saint Andrè de Savoie, non lontano dal tunnel del Frejus, bloccando i trasporti sia stradali che ferroviari da e per la Francia. Nel traforo del Monte Bianco, preso di conseguenza d’assalto, si sono registrate ore di coda e si sono dovuti rimandare i lavori previsti per la messa in sicurezza dell’autostrada A43.

Siamo al caos climatico! A dichiararlo senza mezzi termini è stato anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres durante la Cop27 che si è volta in Egitto, a Sharm el-Sheikh, a novembre 2022. Con un aumento medio delle temperature che attualmente si registra in +1,2°C rispetto all’era preindustriale e previsioni per fine secolo che nella peggiore delle ipotesi parlano di +6°C, i danni saranno incalcolabili. Siccità, eventi estremi, difficoltà nel coltivare il cibo e migrazioni dovute a cause climatiche saranno sempre più frequenti. Gli aumenti estremi stanno aumentando sia come potenza che come frequenza, perché la capacità dell’atmosfera di accumulare vapore acqueo aumenta con la temperatura, quindi un’atmosfera più calda assorbe una quantità maggiore di vapore acqueo che poi, quando condensa formando le nubi, ricade sulla Terra con acquazzoni più violenti.

La capacità dell’atmosfera di trattenere vapore acqueo aumenta del 7% per ogni grado di aumento della temperatura. L’energia in più che viene immessa attualmente nell’atmosfera a causa del riscaldamento globale equivale all’esplosione di 5 bombe nucleari ogni secondo.

Gli impegni presi fino a questo momento dai diversi Stati sono totalmente insufficienti a combattere il riscaldamento globale, portando noi e i nostri figli e nipoti alla distruzione. Al momento non si stanno azzerando le emissioni di gas serra abbastanza velocemente per evitare la catastrofe. Per questo Extinction Rebellion invita la cittadinanza ad unirsi nella lotta e a partecipare alle azioni di disobbedienza civile nonviolenta. Solo così, mettendo i nostri corpi in primo piano, facendo ascoltare la nostra voce, unita, forte, trasversale, potremo costringere il governo a dar seguito alla dichiarazione di emergenza climatica varata e ad agire di conseguenza, ora, con le misure drastiche e immediate di cui abbiamo bisogno se vogliamo preservare la vivibilità di gran parte della Terra e delle generazioni future.

Dire la verità sulla crisi ecologica e climatica, agire subito, andare oltre la politica rappresentativa per includere nel processo decisionale cittadine e cittadini e tutelare il bene comune prima degli interessi particolari. Queste le richieste di Extinction Rebellion, c’è spazio per tutti e servono le energie di ciascuno: vi aspettiamo!

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