Era attesa la presa di posizione da parte dell’amministrazione americana dopo l’inizio del maxi sciopero indetto dai dipendenti dei tre grandi gruppi automobilistici General Motors, Ford e Stellantis. E a riconoscere la bontà delle richieste dei lavoratori è stato direttamente il presidente Joe Biden che, dalla Casa Bianca, ha dichiarato che “nessuno vuole uno sciopero ma i profitti record delle case automobilistiche non sono stati condivisi equamente e i lavoratori meritano la loro giusta parte“.

Non getta benzina sul fuoco, sottolineando come si debba cercare di rimanere al tavolo delle trattative per arrivare a una soluzione condivisa nel minor tempo possibile, ma ha riconosciuto comunque lo squilibrio tra il netto aumento dei profitti delle Big Three al quale non è corrisposto un adeguato innalzamento dei salari dei dipendenti. Che adesso avanzano richieste specifiche: aumenti salariali del 40%, la fine di gabbie salariali per cui alcuni lavoratori sono pagati meno di altri (i nuovi assunti percepiscono solo 17 dollari all’ora), più giorni di ferie retribuite, miglioramenti alle pensioni e all’assistenza sanitaria, più attenzione alla sicurezza sul luogo di lavoro.

“I lavoratori meritano una fetta dei profitti” realizzati dalle aziende negli ultimi anni, ha detto Biden, sottolineando che le richieste del sindacato “rafforzerebbero la nostra economia”. Il presidente ha poi riferito di avere parlato con le parti e di averle invitate a tornare al tavolo del negoziato inviando anche due membri della sua amministrazione a Detroit per facilitare il dialogo. Per il momento, dalle case automobilistiche filtra chiusura rispetto alle richieste dei dipendenti, ma questi hanno già annunciato che la protesta potrebbe allargarsi ulteriormente. E con essa le perdite economiche per le compagnie.

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