Cinema

Una sterminata domenica, la periferica generazione Z di Alain Parroni (premiata a Venezia)

di Davide Turrini

Muoversi rimanendo fermi (e senza saper dove andare). Una sterminata domenica di Alain Parroni ha qualcosa di fascinoso e respingente allo stesso tempo. È la storia apparentemente inconsistente di un terzetto anti gerarchico e trauffautiano – Alex, Brenda e Kevin (Enrico Bassetti, Zackari Delmas, Federica Valentini) -, tre ragazzotti dell’estrema periferia romana, praticamente a ridosso del litorale, che passano la loro giornata su un’auto gialla prendendo il sole, smanettando gli smartphone, approcciando qualche barlume di discorso. Si susseguono brevi escursioni tra campi e recinti, su ponti e tralicci, tra le scale mobili di ipermercati, per qualche istante fino in Piazza san Pietro ad ascoltare da un buco lontano il papa. Brenda si dichiara incinta. Alex ipotizza responsabilità da adulti. Kevin, l’imprevedibile del trio, tagga muri e ringhiere con un pennarello nero e vuole fare l’allenatore di Pokemon.

Il 31enne Parroni non ha però intenti moralisti nel proprio sguardo, anzi. Una sterminata domenica è una tranche de vie, piena di nuche, pelli lisce, t-shirt, catenelle, osservata senza alcuno spirito giudicante, anzi anteponendo l’esistenza fine a se stessa dei suoi personaggi a qualsivoglia strumentalizzabile ritratto sociale. L’alchimia tra i tre ragazzi a tratti nebulosa, a tratti forzante, è il risultato di un approccio estetico dirompente. Certo lezioso, finanche dispersivo, ma finemente orchestrato. Con questo sfondo ambientale che annichilisce nel suo pauperistico lunare realismo e l’estrema cura con cui Parroni intasa l’orecchio di suoni e rumori che appartengono di diritto anagrafico e culturale ai 18enni di oggi: l’interminabile sequela di chiamate, trilli, messaggi vocali o anche solo di altoparlanti dei treni. Una sterminata domenica è una lezione sull’importanza del guardare e dell’ascoltare oltre l’ovvia insistenza dei primi piani. Molto vicino in questo, in un ipotetico filone da periferica generation z, ad Atlantide di Yuri Ancarani. Tra i produttori c’è anche Wim Wenders. Premio speciale della giuria ad Orizzonti giusto qualche giorno fa a Venezia. In sala dal 14 settembre.

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