Da quando sono partite le polemiche sul posizionamento della nave-rigassificatore Golar Tundra a Piombino, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha iniziato a insistere per averlo di fronte alla costa ligure. Malgrado la sua regione ospiti già uno di questi impianti classificati come “a rischio di incidente rilevante”, Toti sembra intenzionato a tirare dritto liquidando ogni osservazione critica alla stregua di “terrapiattismo”.

Dopo aver dovuto scartare l’ipotesi Genova, dove avrebbe avuto l’entusiastico appoggio del sindaco Marco Bucci, a luglio Toti, ha ufficializzato che il rigassificatore sarebbe arrivato a Vado Ligure. Secondo il cronoprogramma, l’enorme Golar Tundra arriverà nel 2026 e rimarrà operativa per circa 17 anni, a quattro chilometri dalla costa di Vado e poco più di due dalle spiagge di Savona. La scelta di ufficializzare la decisione con una conferenza stampa, senza preavvisare i sindaci del territorio né presentare i dettagli del progetto, ha generato il panico nelle associazioni di categoria, tra i cittadini e nella politica locale del savonese. Indipendentemente dai diversi orientamenti politici, tutti i gruppi consiliari dei comuni interessati sono uniti nel contestare il metodo, mentre sul merito c’è chi si concentra più sull’impatto ambientale e chi su quello sui settori economici (turistici e industriali) della zona.

Curiosa circostanza: il comune di Vado Ligure si trova in questo momento commissariato, visto che la sindaca ex-Pd Monica Giuliano, che nei mesi precedenti era passata alla formazione politica di Toti (senza per questo perdere l’appoggio dei dem locali), si è dimessa per andare a incassare 140mila euro all’anno nel ruolo di commissario dell’agenzia dei rifiuti regionale. Così alla conferenza dei servizi, chiamata a mettere insieme le osservazioni e confermare l’infrastruttura nelle prossime settimane, i cittadini di Vado Ligure saranno rappresentati da un commissario prefettizio.
Intanto si moltiplicano le iniziative di protesta e gli incontri informativi organizzati dal coordinamento “Fermiamo il mostro – no al rigassificatore”, tra i quali una catena umana in spiaggia da Albissola a Savona organizzata domenica 10 settembre alla quale hanno partecipato decine di persone. Le adesioni al fronte del No vanno da Savona a Bergeggi, passando da Vado Ligure e Quiliano, tutti i territori che dovranno convivere con l’ingombrante presenza del rigassificatore “a cicuito aperto” attualmente ormeggiato a Piombino.
Articolo Precedente

Abruzzo, “da 13 anni ci sono sette milioni di euro bloccati per la Riserva Naturale Guidata Monte Salviano”

next