Avere i soldi in attesa, da anni, e non poterli spendere. È quel che accade a La Riserva Naturale Guidata Monte Salviano, istituita dalla Regione Abruzzo nel 1999, anche se preceduta, nel 1993, dal Parco periurbano del Monte Salviano. Un’area protetta che si estende per 722 ettari, comprendendo il Sito d’Interesse Comunitario “Monte Salviano” di 860 ettari. Un paradiso naturale, con poche porzioni di boschi di querce e di carpini, di sorbi e di aceri, scampate agli incendi e ai disboscamenti. Soprattutto con estese praterie. Un paradiso non solo naturalistico, ma anche storico-archeologico, che necessita di attenzioni. Ed infatti a febbraio 2000 il sindaco di Avezzano, Mario Spallone, propone al Consiglio comunale, una delibera, poi approvata, che prevede un protocollo d’intesa con l’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo “allo scopo di assicurare la migliore salvaguardia ed un corretto eco-sviluppo del territorio”. E nello specifico che il Parco si occupi della gestione della Riserva, della redazione del PAN, cioè del Piano di Assetto Naturalistico, della sistemazione della cartellonistica e “degli interventi di promozione eco-sostenibili per l’incremento delle attività di sviluppo delle risorse naturali, storiche e culturali”.

Da questo momento in poi è un susseguirsi di azioni del Comune (di Avezzano) e della Regione. Azioni che finora non hanno portato all’obiettivo principale. L’approvazione del PAN, necessaria per accedere ai 6.650.000 euro di fondi regionali, parte dal Documento Unico di Programmazione Abruzzo-Progetti Integrati Territoriali ambito L’Aquila e parte dai Fondi di gestione della Riserva relativi alle annualità 2001-2002-2003. Fondi da impegnare per la realizzazione di 16 progetti predisposti dall’Associazione “Il Salviano” con il Settore Urbanistica e Pianificazione del Comune (di Avezzano). Progetti diversificati che vanno dal “Recupero di una ex cava per la realizzazione di una serra della flora d’Abruzzo”, al “Parco naturalistico archeologico emissario del lago del Fucino-Parco fluviale Incile”, passando per il “Recupero vasche dell’ex zuccherificio Torlonia”. Questo e molto altro. Tutti progetti funzionali alla tutela e valorizzazione della Riserva. Ma che devono attendere. Nonostante le risorse ci siano. Insomma, uno spreco. Al punto che il Presidente dell’associazione ERCI team onlus, Sergio Rozzi, il 24 agosto ha scritto al sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, al Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri e al Presidente della Giunta Regionale, Marco Marsilio. Una diffida ai due Enti responsabili della Riserva, ma soprattutto al Comune “perché concluda e definisca il procedimento di approvazione del PAN della Riserva entro 30 giorni” e perchè nomini un Commissario ad acta, qualora la Regione non provveda direttamente per quanto le compete”. Nel caso non accada l’Associazione ricorrerà al Tar “per far accertare l’inadempienza del Comune”. In sostanza l’Associazione tenta di risolvere con un ultimatum l’annosa questione della mancata approvazione del PAN della Riserva. Alla quale nessuna delle amministrazioni comunali e regionali, anche di “colore” opposto, che si sono succedute ha saputo risolvere

A settembre 2001 il Consiglio comunale approva le modalità di prima gestione della Riserva. Individuando quale organo di gestione un Ufficio tecnico che dovrebbe occuparsi della redazione del PAN. Si passa a maggio 2007 quando il Consiglio comunale approva il progetto preliminare del PAN. Stabilendo che il Progetto definitivo, della cui redazione si dovrà occupare il Dirigente Responsabile della Riserva insieme all’Associazione Il Salviano, dovrà “attivare azioni di tutela e conservazione dei valori naturali e culturali presenti nel territorio”. Finalmente ad ottobre 2010 il Consiglio Comunale ne delibera l’adozione, definendo il quadro degli interventi pluriennali di attuazione da realizzare. Non è finita. A Giugno 2011 la Regione stabilisce che il PAN deve essere assoggettato a Valutazione Ambientale Strategica, e che di questa procedura dovranno occuparsene i suoi uffici. Si salta a febbraio 2016 quando la Conferenza dei servizi adotta il documento. A maggio ecco l’avviso di deposito presso la Segreteria del Comune del PAN. Sembra tutto risolto. Ma non è così. Trascorrono poco meno di due anni. A febbraio 2018 il Dirigente del Settore Ambiente accerta che la procedura per l’approvazione definitiva del PAN, è stata sospesa dalla Regione Abruzzo a dicembre 2016, per incompletezza della documentazione trasmessa dal Comune. Sospensione che ancora prosegue.

Anche perché a settembre 2020 una deliberazione del Commissario straordinario del Comune stabilisce che tutti gli interventi descritti ed illustrati nel PAN dovranno essere sottoposti a procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale. “Ho accertato che il Piano di assetto è stato approvato dal comune e trasmesso alla Regione, compresa la Valutazione di Incidenza. Insomma è tutto fermo in Regione”, spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessora alla transizione ecologica, parchi giochi, servizi demografici e toponomastica Maria Antonietta Dominici. Ora l’ultimatum dell’Associazione ERCI a Comune e Regione. In attesa che, dopo tredici anni di attesa, i fondi vengano sbloccati.

*Foto da Wikipedia di Marica Massaro – Opera propria, CC BY-SA 4.0

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