Intrappolato al “centro della terra”, a oltre 1.000 metri di profondità. Ma le condizioni di Mark Dickey, speleologo statunitense bloccato dentro una grotta in Turchia, sono stabili ed è di buon umore. Al lavoro ci sono oltre 150 tecnici specializzati, anche italiani, che stanno cercando di farlo risalire. Il suo incubo non è ancora finito e probabilmente durerà ancora a lungo, perché ci potrebbero volere altri 7 giorni per riportarlo in superficie. Tutto è iniziato domenica, durante una missione di esplorazione internazionale, quando Dickey ha accusato un malore mentre si trovava a 1.120 metri di profondità nella grotta di Morca, in provincia di Mersin sulla costa mediterranea della Turchia.

“Come potete vedere sono in piedi, sono sveglio e sto parlando ma dentro non sono ancora guarito e avrò bisogno di molto aiuto per uscire di qui”, dice il quarantenne in un video girato mercoledì. Dopo essersi ammalato, era stato immediatamente trasportato in un campo base a 1.040 metri di profondità e lì ha ricevuto assistenza medica e infusioni di sangue per curare un’emorragia, mentre non è mai stata chiarita pubblicamente la natura del problema fisico alla base del malore. Le condizioni dello speleologo sono migliorate nei giorni successivi e da giovedì “si sono stabilizzate ed è di buon umore”, ha fatto sapere oggi la Federazione Speleologica di Turchia secondo cui l’operazione di salvataggio in corso, con oltre 150 persone, è “a livello tecnico e logistico una delle più grandi al mondo”.

Oltre alla Turchia, partecipano all’operazione di soccorso tecnici dalla Bulgaria, dalla Croazia, dalla Polonia e dall’Ungheria mentre tra mercoledì e giovedì sono arrivati 46 tecnici del Soccorso alpino e speleologico del Trentino partiti da Pratica di Mare con un volo dell’Aeronautica militare. L’intervento della squadra italiana è iniziato nel pomeriggio di giovedì, con l’ingresso nella grotta di sei operatori specializzati, tra cui un medico e un infermiere, che sono riusciti a incontrare lo speleologo. I soccorsi sono coordinati dall’ente della protezione civile turca Afad.

“La rapida risposta da parte del governo turco per ottenere il rifornimento medico di cui avevo bisogno mi ha salvato la vita”, ha detto Dickey che ha cominciato a sentirsi meglio anche grazie all’arrivo della sua fidanzata Jessica che si è calata fino al campo base a 1.040 metri di profondità. “Ero vicino al limite quando Jessica è arrivata”, ha dichiarato. Situata nei pressi di Anamur, in provincia di Mersin sulla costa del Mediterraneo, Morca è la terza grotta più profonda di Turchia con una profondità di 1.276 metri. Secondo la Federazione Speleologica turca, “uno speleologo esperto impiega circa 15 ore per riuscire a risalire in superficie”, dal campo base dove si trova Dickey ma è molto probabile che lo statunitense non riuscirà a risalire arrampicandosi da solo con assistenza ma sarà messo su una barella che verrà trasportata su una struttura lunga 700-900 metri.

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