Una forte scossa di terremoto – magnitudo 6.8 della scala Richter – ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco, provocando, secondo l’ultimo bilancio del ministero degli Interni, almeno 1305 morti e oltre 1800 feriti, di cui più di 1200 in gravi condizioni. Numeri che stanno crescendo di ora in ora. I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre e l’epicentro è stato localizzato al centro del Paese, a circa 70 chilometri dalla città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri.

La terra ha tremato, però, lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi che, però, alla popolazione sono sembrati infiniti. Oltre ai feriti e alle vittime, sono ingenti i danni materiali, con numerosi edifici crollati e distrutti.

A causa del sisma, il Marocco ha annunciato tre giorni di lutto nazionale. “È stato deciso un lutto nazionale di tre giorni, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici”, si legge in un comunicato stampa del palazzo reale diffuso dall’agenzia ufficiale Map, al termine di una riunione presieduta dal re Mohammed VI e dedicata all’esame della situazione dopo il terremoto. Una situazione di emergenza che, secondo il direttore regionale della Federazione internazionale della Croce Rossa per il Medio Oriente e il Nord Africa, Hossam Elsharkawi potrebbe durare “mesi, se non anni“. “Ci stiamo mobilitando ora per sostenere la Mezzaluna Rossa marocchina. Non si tratterà di una risposta di una o due settimane, come la nostra regione ha visto con il grande terremoto in Turchia e in Siria all’inizio di quest’anno. Anche in questo caso ci aspettano molti mesi, se non anni, di risposta”, ha detto Elsharkawi.

Lo sciame sismico – Dopo la prima, forte, scossa, per tutta la notte i sismografi hanno registrato uno sciame sismico di centinaia di scosse di magnitudo inferiore: la più forte è stata di magnitudo cinque. Hani Lahsan, capo del servizio di monitoraggio sismico in Marocco, ha assicurato però che non esiste il pericolo di uno tsunami. “Verranno registrate ancora decine di scosse di assestamento, ma saranno di magnitudo inferiore a quella principale. E con il tempo diminuiranno gradualmente fino a quando l’infrastruttura geologica non sarà nuovamente equilibrata”, ha spiegato parlando con Al Jazeera. Secondo Nasser Jebbour, capodivisione dell’Ing, l’area colpita, nella provincia di Al Haouz dove sorgono i villaggi berberi, ai piedi dell’Atlante, ha un perimetro di almeno 400 chilometri. Proprio lì a partire delle prime ore dell’alba è cominciata la conta dei danni: i soccorritori sono riusciti a raggiungere anche le zone più impervie della catena montuosa, vicino alla cima del Toubkal.

I danni – Il bilancio non solo delle vittime, ma anche dei danni causati dal sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano la catena montuosa dell’Atlante, infatti, sono molto poveri, spesso non hanno collegamento Internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Nella città simbolo, hanno ceduto anche alcune abitazioni e nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico Café de France. Si segnalano danni anche nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. Nella città nuova, inoltre, ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Durante e dopo la scossa in migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamenti a Internet, inoltre, sono mancati a lungo. Il Centro regionale trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue. Gli ospedali della città sono mobilitati per fornire tutte le cure mediche necessarie ai feriti ma i soccorritori hanno riscontrato difficoltà a raggiungere le aree più colpite a causa danni e dei blocchi presenti lungo le strade.

Diversi crolli di facciate sono stati segnalati, inoltre, a Essaouira, sull’Oceano Atlantico, e a Ouarzazate, nel Centro Sud. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno in mattinata.

“Nessun italiano coinvolto” – Al momento della scossa erano diversi i turisti stranieri in visita nel Paese nordafricano, compresi circa 500 italiani. Molti hanno telefonato all’ambasciata italiana a Rabat, chiedendo di rientrare a casa. “Non ci sono notizie di feriti né tantomeno vittime tra i nostri connazionali in Marocco”, ha fatto subito sapere il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Ombibus su La7. Il ministro, nel pomeriggio, ha invitato gli italiani presenti nel Paese e “non in possesso di biglietto aereo” di “evitare di dirigersi all’aeroporto di Marrakech” vista “la congestione dello scalo”. “Per chi avesse necessità di rientrare immediatamente in Italia suggerisco di verificare anche i voli in partenza dagli aeroporti di Rabat e Casablanca, regolarmente operativi”, ha aggiunto Tajani. Nel Paese, ha fatto sapere ancora il ministro, c’erano circa 500 connazionali, tra cui 200 che partecipavano a una convention aziendale.

Il sostegno internazionale – Intanto l’Italia ha già dato disponibilità per ogni aiuto necessario. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scritto un messaggio al re del Marocco, Muhammad VI: “La notizia del sisma che ha colpito questa notte il Marocco ha suscitato negli italiani tutti e in me personalmente immensa tristezza – ha scritto nel messaggio – In questa circostanza così dolorosa per l’amico popolo marocchino, desidero far pervenire a Vostra Maestà, al Governo e a tutte le famiglie di quanti hanno perso la vita le espressioni di profondo cordoglio dell’Italia e le mie sentite condoglianze”. “Vi siamo vicini con sentimenti di autentica solidarietà e auguriamo ai feriti un completo ristabilimento, manifestando disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”, conclude Mattarella.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che è a Nuova Delhi per il vertice del G20, ha “espresso vicinanza e solidarietà – si legge in una nota di Palazzo Chigi – al primo ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza”. Il ministro degli Esteri Tajani ha fatto sapere anche che “la nostra protezione civile è a disposizione del Marocco che, per ora, non ha chiesto il nostro intervento. Ma l’Italia è pronta a fare tutto ciò che serve per aiutare un Paese amico e così importante”. Anche i governi francese e spagnolo hanno espresso la loro solidarietà, dicendosi pronti a fornire aiuto. L’Unione europea è pronta a fornire al Marocco “tutta l’assistenza necessaria”, così come anche le Nazioni Unite. Vicinanza e cordoglio sono state espresse poi anche dal presidente Usa Joe Biden, dal russo Vladimir Putin, dal leader ucraino Volodimyr Zelenski e dal premier israeliano Benyamin Netanyahu che ha incaricato “tutti gli organi e le forze governative di fornire ogni assistenza necessaria al popolo marocchino, compresi i preparativi per l’invio di una delegazione di aiuti nella regione”.

Anche papa Francesco, ha “appreso con dolore del terremoto che violentemente ha colpito il Marocco”, esprimendo “la sua comunione nella preghiera di fronte a questo disastro naturale”. “Triste per questo evento”, si legge in un telegramma di cordoglio per le vittime inviato tramite il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Il Pontefice ha manifestato la sua “profonda solidarietà a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia“, pregando “per il riposo dei defunti, per la guarigione dei feriti e per la consolazione di chi piange la perdita dei propri cari e della propria casa”.

La storia – Il sisma è stato il più forte finora mai registrato nella storia del Paese. I terremoti sono solitamente rari nei Paesi del Nord Africa. Il Marocco ha 2 precedenti nella storia. Il più terribile fu il 29 febbraio 1960, quando alle 23.40 una scossa di magnitudo 5.7 colpì la città di Agadir, che si trova sulla costa meridionale atlantica e ai piedi della catena montuosa dell’Anti Atlante, a circa 250 chilometri da Marrakech. Nei quartieri di Fonti, Yachech e della Kasbah, tutti gli edifici furono distrutti o seriamente danneggiati, e il 95% della popolazione di queste zone rimase sepolto sotto le macerie. Si stima che morirono tra le 12.000 e le 15.000 persone e oltre 25.000 rimasero ferite. Il 24 febbraio 2004 alle 2.27 un secondo terremoto di magnitudo 6.4 scosse la località costiera di Al Hoceima in cui vivevano oltre 850.000 persone. Il bilancio, dopo giorni di ricerche, si attestò su 630 morti, 926 feriti e circa 15.000 sfollati.

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