“Il calendario scolastico era stato studiato per consentire ai bambini di aiutare i genitori nei campi, va rimodulato“. È questo l’appello lanciato dall’organizzazione WeWorld onlus e dal duo Mammadimerda che hanno avviato una petizione online per chiedere alle istituzioni di ascoltare la voce delle famiglie.

Il calendario scolastico italiano è il più lungo d’Europa, spiegano, ma l’Italia è anche “il Paese che chiude per più settimane consecutive la scuola, 14 settimane”. Questo comporta “una perdita di competenze enorme per i bambini” ma moltiplica anche le disuguaglianze, dicono i promotori della petizione, oltre a “scoraggiare la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti”. Un peso che spesso ricade soprattutto sulle mamme.

“La richiesta è quella di tenere le scuole aperte a giugno – dice Francesca Fiore di Mammadimerda all’Ansa – e a luglio con un’offerta formativa del terzo settore”. “Questo si porta dietro anche un ripensamento della didattica, dei luoghi dove fare scuola e dell’edilizia scolastica”, aggiunge Fiore. Ma non solo. La petizione, infatti, chiede anche di introdurre obbligatoriamente il tempo pieno dai tre ai quattordici anni in tutte le scuole. Gli obiettivi sono diversi, intanto “garantire maggiori opportunità” ai bambini per “consolidare e accrescere le proprie competenze”, ma anche “non lasciare indietro nessuno” e “scongiurare la perdita di competenze”.

Una pausa estiva così lunga si trasforma di fatto in un enorme moltiplicatore di disuguaglianze: non tutti i bambini e le bambine hanno, infatti, la possibilità di partecipare ad attività ricreative e di socializzazione, al contrario di altr@ che durante la pausa praticano sport, coding, imparano nuove lingue… – commenta Dina Taddia, Consigliera Delegata di WeWorld – Lo stesso si può dire delle vacanze, che non solo rappresentano un’occasione di svago, ma anche un’esperienza educativa a tutto tondo, e che nel nostro Paese quasi la metà delle famiglie con più di un figlio non può più permettersi. Durante l’anno scolastico, al contrario, studenti e studentesse possono attingere alle risorse che il “rubinetto” della scuola mette a disposizione, a prescindere dal loro contesto di provenienza. Ma quando la scuola chiude, al pomeriggio o in estate, le cose cambiano”.

Articolo Precedente

Afragola, il generale Vannacci non sarà ospite del liceo Brunelleschi: la scuola fa dietrofront dopo le polemiche

next
Articolo Successivo

Covid, i presidi: “Distribuiremo le mascherine di scorta alle scuole, i docenti evitino gli assembramenti”. Vaia: “No allarmismi”

next