“La legge è questa e non cambia: si voterà il prossimo giugno e non è serio cambiare la legge elettorale per le europee un anno prima delle elezioni”. Così Matteo Salvini mette la parola fine al dibattito sull’ipotesi di abbassare la soglia di sbarramento delle europee dal 4% al 3%. Il vicepremier a Rtl 102.5 dice: ” L’ultima delle preoccupazioni mie, della Lega e del governo è cambiarla, per fare più confusione. Quella è e quella rimane”. Poi aggiunge: “Leggevo su qualche giornale che staremmo parlando della legge elettorale per le elezioni europee, ma figurati se con tutti i problemi che abbiamo da risolvere abbiamo tempo da perdere o da dedicare alla legge elettorale per le europee, alle soglie di sbarramento, pura fantasia“. Da Fratelli d’Italia però era trapelato un atteggiamento di apertura ad una soluzione del genere, che avvantaggerebbe i partiti più piccoli, quindi Matteo Renzi e Sinistra italiana, togliendo seggi a Pd a M5s.

Già ieri, martedì, era emersa la contrarietà di Lega e Forza Italia a uno sbarramento al 3%. Leghisti e azzurri chiederanno rassicurazioni già al tavolo con il governo, dove si parlerà essenzialmente di manovra. Anzi, il partito di Matteo Salvini è già passato al contrattacco: “In teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole”. Non più morbida l’opposizione di Forza Italia. L’ipotesi del 3%? “Non so nemmeno dove sia nata – ha risposto il portavoce Raffaele Nevi -. Per noi la soglia al 4% non si deve toccare, siamo totalmente contrari, soprattutto in diminuzione”.

La Lega è stata la prima a mettere il veto, alimentando possibili nuove tensioni con gli alleati di FdI. Da qualche mese Salvini prova a ritagliarsi il suo spazio, distanziandosi più o meno marcatamente dalle posizioni di Giorgia Meloni e del governo. Un altro caso era stato il libro del generale Roberto Vannacci: il leader della Lega aveva implicitamente criticato la decisione del ministro Crosetto di avviare un’azione disciplinare. Ora però a Rtl 102.5 Salvini specifica: “Non ho mai incontrato di persona il generale Vannacci, magari lo farò, non gli ho mai proposto una candidatura per le europee, anche questo è il calcio mercato estivo per occupare le pagine”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture continua: “Mi sono impegnato a leggere il libro, poi ci saranno dei passaggi che condividerò, ne ho letto degli stralci sulla giustizia, sull’immigrazione, sulla sicurezza, ce ne saranno altri che non condividerò, perché l’omosessualità non è qualcosa contro natura ma è qualcosa che è. Però la libertà per me viene prima di tutto”. Che conferma di ritenere sbagliato “il linciaggio di un generale della Folgore che ha portato alto l’onore dell’Italia all’estero”. “Non penso che sia lui il problema dell’Italia”, conclude Salvini.

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Soglia di sbarramento al 3%, l’inedito asse Meloni-sinistra ha un obiettivo chiaro

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