Il 2 maggio 2022, Lucio Caracciolo avvertiva: “Siamo su un piano inclinato, è una guerra mondiale giocata in Ucraina”. Quindici mesi dopo, questo messaggio non sembra essere stato ascoltato dalla nostra classe politica e mediatica. La scommessa di chi ci conduce è forse che, malgrado tutto, nessuno userà l’arma atomica. Ma sia Putin che Medvedev hanno già fatto varie dichiarazioni sul possibile ricorso alle armi nucleari, e a luglio Lavrov ha fatto sapere che: “La consegna di caccia F-16 all’Ucraina sarà vista dalla Russia come una minaccia nucleare”.

Secondo il Nuclear Weapons Ban Monitor, ad inizio 2023, le nove potenze nucleari ufficiali (Russia, Usa, Cina, Francia, UK, India, Pakistan, Corea del Nord) e non ufficiali (Israele) detenevano 9.576 testate nucleari pronte all’uso (70 sarebbero nelle basi Nato in Italia), equivalenti a oltre “135.000 bombe di Hiroshima”. Aumentano gli investimenti, soprattutto russi e cinesi, in nuove testate; mentre Putin ha sospeso il New Start, trattato anti proliferazione per le armi strategiche tra Russia e Usa.

Di fronte a tali rischi, i nostri politici e la maggioranza dei media e degli opinionisti, invece di promuovere una migliore conoscenza delle cause del conflitto e cercare vie per una sua risoluzione negoziata, hanno invece a loro volta soffiato sul fuoco con dichiarazioni e decisioni temerarie, sanzioni boomerang, vendite d’armi, e proclami di vittoria. Ogni tentativo di informazione bilanciata e di dibattito democratico su come raddrizzare questo piano inclinato è stato interrotto dal mantra ‘c’è un aggressore ed un aggredito’.

Proprio come facevano le pecore della Fattoria degli animali di George Orwell, che non appena qualcuno degli animali provava a contraddire il maiale Napoleone (allegoria di Stalin), iniziavano a belare “Quattro zampe buone, due gambe cattive”, interrompendo così ogni discussione.

Risultato: l’Ucraina è distrutta, continuano a morire militari e civili, e la controffensiva non ha spazzato via gli invasori. Nel frattempo, l’acutizzarsi della crisi americana e la ricomposizione del sistema internazionale (accelerata dall’allargamento dei Brics e dagli avvenimenti in Niger e in Africa) annunciano l’inizio della fine dell’egemonia euroatlantica sul pianeta. La nuova guerra fredda ha condotto al rilancio della corsa agli armamenti, all’agonia dell’Onu e del diritto internazionale, e all’arresto della cooperazione su temi urgentissimi, come povertà e disuguaglianze, cambiamenti climatici e migrazioni; mentre in tutto il mondo, le categorie più deboli, già duramente provate da due anni di pandemia, pagano il conto più salato che mai.

Intanto, da molti mesi si combatte anche intorno a Zaporižžja, la centrale nucleare più grande d’Europa. Dal settembre 2022, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha documentato i danni e le potenziali minacce alla sicurezza dell’impianto causati dai bombardamenti e dalla presenza di truppe di occupazione nell’impianto. Nel novembre 2022, le città ucraine hanno elaborato piani per centri di evacuazione, assicurato forniture di ioduro di potassio e disposto squadre mediche di emergenza per rispondere ai rischi chimici, biologici, radioattivi e nucleari.

Le cose non sono migliorate nel 2023 con la distruzione, il 6 giugno, della diga di Kakhovka. Secondo l’aggiornamento del 22 agosto del Direttore Generale dell’AIEA sulla situazione in Ucraina, “Il crollo della diga (…) e la successiva scomparsa di gran parte dell’acqua (…) utilizzat(a) per le sue esigenze di raffreddamento, hanno costretto la (…) centrale (…) ad adottare misure per proteggere i corpi idrici ancora disponibili (…) e ad iniziare a cercare fonti alternative di acqua”. E ancora: “Sottolineando i potenziali rischi per l’impianto situato in prima linea nel conflitto, il team dell’AIEA continua a riferire su regolari indicazioni di attività militare nell’area (…). Una forte detonazione ha scosso le finestre delle loro stanze il 14 agosto e due giorni dopo si sono sentiti spari di arma da fuoco. Un’altra esplosione vicino al sito si è verificata il 17 agosto, cinque detonazioni sono state udite a una certa distanza (…) il 20 agosto e altre cinque il 21 agosto”.

Nel 1986, sempre in Ucraina, a Černobyl’, non ci fu bisogno né di spari né di bombe per causare il più grave incidente nucleare della storia.

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di Enrico Muratore Aprosio

Ultimamente le pecore avevano iniziato a belare “Quattro zampe buone, due gambe cattive”, e spesso interrompevano ogni discussione belando a questa maniera.
George Orwell (Animal Farm)

Passando innocuamente il vostro tempo vagando per la prateria
Solo vagamente consapevoli di un certo disagio nell’aria
Fareste meglio a stare attente, ci possono essere cani in giro
Roger Waters (Sheep, dall’album ‘Animals’, Pink Floyd, 1977)

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