“Il salario minimo spingerebbe gli stipendi verso il basso? È una stupidaggine. Al massimo alza quelli di chi sono al di sotto della soglia”. Marcello Masi è il presidente della Finmasi, gruppo di aziende che da oltre 60 anni opera nel settore siderurgico. Mentre si aggira tra i velluti e i lampadari di cristallo di villa d’Este al Forum di Cernobbio racconta a ilFattoQuotidiano.it l’importanza dell’introduzione di un salario minimo in Italia. I suoi lavoratori guadagnano più della soglia di nove euro. Ma questo non vuole dire che se entrasse in vigore la misura abbasserebbe i salari dei suoi operai “perché un’azienda vale nella misura in cui sa far valere i propri lavoratori”.

Non c’è nessun timore che la misura possa “peggiorare le condizioni di molti lavoratori” come aveva scritto in una lettera al Corriere la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Anzi, sulle sponde del lago di Como, il consenso a questa misura sembra essere molto diffuso. Sonia Bonfiglioli è la presidente di Bonfiglioli Group, azienda a conduzione famigliare ma che opera a livello globale nel campo dei riduttori. I nove euro all’ora ipotizzati sono “una cifra più che ragionevole considerato che nel nostro settore metalmeccanico si superano ampiamente”. Ma dal governo si aspetta che “venga fatto sempre di più per combattere il lavoro nero e l’evasione”. Accanto a lei annuisce Romano Pezzotti, presidente di Fersovere, l’azienda bergamasca che dal 1982 opera nel campo del recupero e riciclaggio dei materiali: “Sono assolutamente favorevole all’introduzione del salario anche perché mio padre mi ha insegnato che i collaboratori vanno retribuiti nel miglior modo possibile”. Poco più in là l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ribadisce il concetto: “Questo per noi è un non problema perché tuti i nostri contratti sono sopra i nove euro dunque riguarda principalmente altri settori. Il tema vero è che ci sono comparti dove si applicano contratti pirata”. C’è poi chi, pur dichiarandosi “favorevole come principio”, non rinuncia a sottolineare degli aspetti da approfondire. Come il presidente del Polo del Gusto Riccardo Illy che fa notare che “il livello di reddito medio in Italia è diverso da regione a regione, dunque stabilire una soglia unica per tutta Italia rischia di portare più danni che benefici”.

A Cernobbio si registra un coro (quasi) unanime di sostegno all’introduzione salario minimo. Anche da quelli stessi imprenditori che operano in settori come quello della vigilanza dove vengono applicati contratti ben inferiori alla soglia dei nove euro. “Tutta la vita favorevole al salario minimo” dichiara Lorenzo Manca, ad di Sicuritalia, gruppo leader del settore della sicurezza e vigilanza privata. Eppure in questo settore fino a maggio si applicavano contratti da 5.49 euro all’ora, oggi passati a 5.78. E una cooperativa del gruppo è finita al centro di un’inchiesta “per sfruttamento e caporalato”. Quale dovrebbe dunque la soglia del salario minimo? “Domanda interessante” commenta l’amministratore delegato di Sicuritalia. Nove euro? “Forse per i nove euro occorrono degli studi per calibrarlo, non so”. Cinque euro e cinquanta sono una cifra dignitosa? “Dignitosa è una parola difficile a cui rispondere – conclude l’ad – sicuramente si può fare di meglio per avere delle persone più soddisfatte”.

Il Fatto Quotidiano ha lanciato negli scorsi mesi, su IoScelgo, una petizione rivolta a tutti i cittadini per chiedere al governo di introdurre la misura del salario minimo (QUI PER FIRMARE).

Articolo Precedente

Il sistema bancario si sta decimando: senza riforme continuerà questo suicidio collettivo

next
Articolo Successivo

Mutui e fringe benefit, il cortocircuito che sta mandando in crisi i conti dei dipendenti bancari

next