“Mia figlia ha diciassette anni e ha già cambiato quattordici docenti di sostegno. A settembre, sui tre dell’anno scorso, ne resterà solo uno. Dov’è la continuità didattica?”. A fare questa domanda al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è Andrea Laurenzi, presidente dell’associazione “Autismo Arezzo” e referente del coordinamento toscano “Associazioni per l’Autismo” che in queste ore ha scritto una lettera pubblica indirizzata al ministero di viale Trastevere.

Una denuncia che parte da un dato, fornito dallo stesso Mim: il 59% degli studenti con disabilità, nell’ultimo anno, ha cambiato insegnante di sostegno. Tradotto in numeri reali, stiamo parlando di oltre 171 mila studenti che non godono della continuità didattica. A settembre, le organizzazioni sindacali hanno già previsto settantamila posti “in deroga” ovvero docenti non specializzati chiamati sul sostegno: maestri e professori che spesso restano un anno (se va bene) con il disabile per poi passare ad una cattedra “comune”. Una situazione insostenibile, soprattutto per i genitori, al punto da spingere Laurenzi a scrivere al professore leghista ma anche alla sua collega ministro per la disabilità, Alessandra Locatelli: “In questi anni sono intervenute più volte norme, delibere, indicazioni di legge, purtroppo quasi sempre disattese. Il 6 agosto 2020, il Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali avevano sottoscritto un protocollo d’intesa in cui veniva riconosciuta l’importanza di garantire in sede di reclutamento la necessaria continuità didattica, con particolare attenzione all’insegnante di sostegno. Ad oggi molti uffici scolastici regionali non hanno ancora diramato le direttive per dare attuazione a tale accordo”.

Laurenzi che segue da anni il tema con ruoli importanti nell’associazionismo ricorda ogni fatica fatta per migliorare la situazione: “Negli ultimi anni – scrive nella missiva destinata a Roma – i numeri sullo tsunami dell’avvicendamento dei docenti di sostegno non sono diminuiti, ma – stando alla percentuale fornita – sono quasi raddoppiati in valori assoluti. Non garantire continuità didattica agli alunni disabili è una decisione grave; la continuità educativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap è uno di quei diritti garantiti dalla costituzione e non rispettati”.

Le ragioni di questa mancata continuità sono tante: da una parte c’è chi entra nel mondo della scuola come insegnante di sostegno non per scelta ma per necessità o per poi passare ad una cattedra “comune”, dall’altra manca una “professionalizzazione” di questo mestiere e dall’altra ancora non c’è alcun vincolo temporale per chi educa un disabile: “Ciò che chiedo al ministro – dice Laurenzi al fattoquotidiano.it – dovrebbe essere scontato. Se la continuità è importante per un allievo normo dotato figuratevi per un disabile. I nostri ragazzi sono figli di un Dio minore per lo Stato. Il sistema non ascolta il Terzo Settore . Noi come associazioni ci occupiamo persino della formazione nelle scuole ma c’è l’ idea che la disabilità sia solo motoria eppure, a detta dei numeri, quella psichica mentale è la più diffusa nel mondo”.

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