Il sindaco pescatore di Pollica, nel parco del Cilento in Campania, fu ucciso la sera del 5 agosto 2010 con una scarica di nove colpi di pistola. Fu trovato nell’auto ferma sul ciglio di una stradina di campagna che stava percorrendo verso casa. Un delitto efferato che dopo tredici anni non ha ancora un chiaro movente, non ha colpevoli accertati, né gli esecutori né tantomeno i mandanti. Un delitto le cui indagini hanno subìto però, fin dall’inizio, più di un depistaggio da parte di ufficiali e graduati dei carabinieri, alcuni dei quali sono indagati per complicità nell’omicidio ma ancora senza un rinvio a giudizio.

Tutto ciò che si sa del delitto ha solo una lapidaria conferma: Angelo Vassallo non è stato freddato per ragioni private, il suo è un omicidio politico, portato a termine da killer esperti e con adeguate coperture.

Infatti, nonostante sia morto da tredici anni, Angelo Vassallo è ancora un personaggio fondamentale della storia e dell’attualità della piccola cittadina di Pollica, incastonata tra mare e colline, nello splendido golfo di Policastro. Un luogo magico che il sindaco pescatore, nei dieci anni del suo mandato, aveva trasformato da anonimo luogo balneare di un territorio bello ma marginale in un centro di notevole attrazione per un turismo di qualità, riuscendo a imprimere all’azione amministrativa una straordinaria innovazione per la tutela dell’ambiente, per la pulizia del mare e della terra, per la riqualificazione architettonica dei luoghi pubblici e privati, l’esaltazione della salubrità dei cibi, per la lotta intransigente ai fenomeni perniciosi di accaparramento mafioso, contro cui Angelo aveva condotto una lotta efficace, preservando il territorio dalla speculazione edilizia e dal degrado, contro il traffico di stupefacenti che si voleva imporre nel territorio.

In ultimo era riuscito ad ottenere addirittura il riconoscimento Unesco di Pollica capitale mondiale della dieta mediterranea, un attributo che ha prodotto e sta producendo ricadute positive per la notorietà anche internazionale del luogo.

Ora io credo che tutte queste descritte sono le ragioni della sua morte: ovvero la tenace, a tratti pervicace, efficacia della sua attività di sindaco era perfettamente antinomica al “corso delle cose” nel senso del declino che la Campania e tutto il Sud hanno conosciuto e conoscono, a causa di una politica incapace di saper risolvere alcuno dei gravi problemi che lasciano queste zone emarginate da uno sviluppo civile che pure in parte nel paese, se pur contraddittoriamente, è avanzato. Angelo rappresentava un esempio assolutamente insopportabile per lo stato di cose presente e per chi voleva che il solito trantran di malgoverno potesse continuare senza fastidi.

L’eredità di Angelo è molto pesante e chi vorrebbe utilizzarla, appropriandosene senza avere i requisiti essenziali, corre il rischio di compromettere quel che di buono è rimasto e non è affatto poco. Ciò riguarda il futuro di Pollica e del Cilento: l’impegno per preservare l’identità acquisita non può limitarsi a operazioni di marketing e comunicazione se pur ben congegnate, ma comporta un costante impegno per far crescere la coscienza civile e il protagonismo attivo della cittadinanza alla costruzione di un progetto di crescita realmente qualitativa.

Sarebbe ora che le autorità preposte, soprattutto la classe politica meridionale e nazionale, si rendessero conto dello straordinario patrimonio che Angelo Vassallo rappresenta per tutto il Paese, non lasciassero soli i fratelli, tutta la famiglia e la comunità di Pollica nel dolore e nello smarrimento, dando tutto il sostegno perché l’inchiesta veda finalmente un processo con degli imputati, per ridare fiducia alle tante forze sane che hanno combattuto per la verità e che potrebbero tornare ad avere fiducia nella giustizia e nella politica.

Sabato 2 settembre 2023 alle ore 18.00, al porto di Acciaroli, con partenza dalla “Grande Onda” si terrà la “marcia per Angelo”, un’occasione per ricordare il sindaco pescatore e richiamare le autorità alle proprie responsabilità.

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