La guerra in Ucraina ha sconvolto la sensibilità anche di alcuni musicisti e compositori, che per mestiere sono abituati a una visione cosmopolita, avvalendosi di collaborazioni provenienti da tutto il mondo, pronti a stringere rapporti d’amicizia con chi è compagno d’arte ovunque esso provenga.

Con questo spirito il giovane pianista Federico Gad Crema ha creato la Peace Orchestra Project, un’orchestra composta da giovani dai 18 ai 25 anni, fusione fra il progetto brasiliano Neojiba, che da anni favorisce l’inclusione nel mondo della musica di talenti socialmente svantaggiati dello stato di Bahia attraverso un composito progetto di assistenza pedagogica e psicologica, e l’Orchestra Giovanile Italiana, divenuta nei suoi 39 anni di attività un punto di riferimento fondamentale per la formazione musicale in Italia, tenuta a battesimo da Riccardo Muti e insignita del Premio Abbiati come la “migliore iniziativa musicale, che dal 1984 ha formato migliaia di professionisti costituendo una delle espressioni più felici del ruolo didattico insostituibile della Scuola di Musica di Fiesole”.

La Peace Orchestra Project si esibirà lunedì 4 settembre alle 20 e 30 presso il Teatro Auditorium Manzoni di Bologna all’interno della rassegna 2023 di BolognaFestival, con madrina Martha Argerich, da sempre sensibile alla causa dei diritti umani e civili, che affiancherà Federico Gad Crema al piano nel Concerto in re minore per due pianoforti di Francis Poulenc.

In programma anche una sinfonia datata 2022 del compositore Nicola Campogrande intitolata “Un Mondo Nuovo”, una sinfonia dedicata all’Europa in tempi di guerra. Campogrande parlando dell’opera ha espresso tutto il sentimento di impotenza che l’uomo e l’artista provano davanti a eventi di tale violenza e assurdità. Un sentimento che pervade la mente e che affligge la collettività, almeno quella parte che non chiude gli occhi davanti alla tragedia devastante di una guerra. Nell’angoscia prodotta dal senso dell’impotenza l’artista possiede la sensibilità e i mezzi per riflettere artisticamente su quanto sta accadendo. Per rendere ancora più esplicito il messaggio Campogrande ha commissionato al librettista Piero Bodrato un testo per una voce di mezzosoprano, che nel concerto del 4 settembre sarà Alexandra Achillea Pouta, per cantare l’umanità, la bellezza, il respiro, la vita.

A eseguire la sinfonia e l’intero programma della serata, diretta da Ricardo Castro, sarà la Peace Orchestra Project, che si allinea al pensiero di Campogrande attraverso la sua ibridazione di talenti provenienti da vari Paesi, a rappresentare chiaramente una geografia della musica priva di confini, di nazionalismi, di conflitti. In conclusione le prime due quartine del testo di Piero Bodrato, per cogliere la speranza, la fiducia in un mondo oggi attraversato dalla paura. Come osserva Nicola Campogrande, parole per un mondo nuovo, nel quale vogliamo pensare di vivere, un mondo che la musica, ancora una volta, ci promette.

Canto nel canto, il canto
il canto di quelli che son stati,
il canto di quelli che oggi siamo,
il canto di quelli che saranno.

Canto con voi la vita e la bellezza,
canto speranza e canto nostalgia,
la bella età che fugge. E tuttavia
anche la morte canto. E canto il pianto.

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