Bolsena, nel Viterbese, è tra le 10 piccole città più belle d’Europa, nonché la più bella d’Italia, essendo l’unica esponente del nostro Paese in questa particolare classifica.

Spesso capita di leggere queste graduatorie senza prestarvi troppa attenzione, conoscendone poco o nulla i protagonisti. In questo caso, fortuitamente, apprendo della selezione dell’edizione internazionale di Forbes proprio mentre mi trovo a Bolsena e quindi non faccio alcuna fatica a sottoscrivere la scelta. Meritatissima.

Nel cuore della Tuscia, Bolsena è nota soprattutto per l’omonimo lago, il più grande in Europa tra quelli vulcanici. Il suo borgo è fortificato da mura che partono dal castello, Rocca Monaldeschi, dove la sera del 18 agosto si è svolta una spettacolare rievocazione storica in costume che ci ha riportato indietro nel tempo come se fossimo nel film “Non ci resta che piangere”.

Ma è giorno dopo giorno che a Bolsena si respirano storia e cultura, tra viottoli che a ogni angolo aprono una svolta nel Medioevo o un tuffo nei retaggi etruschi. La Chiesa di Santa Cristina e le reliquie del miracolo eucaristico del 1263 conferiscono ulteriore fascino a questa minuscola polis che ha il suo centro in Piazza San Rocco, da dove il 16 agosto parte la tradizionale processione.

Proprio al centro della piazza sorge il VesConte, nel contempo hotel e cuore pulsante della storia locale. Risalente al Cinquecento, è la residenza privata dei Conti Cozza-Caposavi e, da qualche anno, le sue stanze ospitano anche i turisti. Una felice scelta imprenditoriale di Francesco Cozza-Caposavi, giovane erede delle due casate che da secoli sono protagoniste della vita civica di Bolsena.

All’interno del VesConte ci sono una cappella consacrata, un’enoteca e la più grande collezione d’arte del Viterbese, con un salone interamente dedicato ai quadri del Tempesta e, nelle numerose stanze, varie opere di Balthus, Mario Schifano, Tano Festa, Alberto Burri e Enrico Castellani, oltre a carteggi tra Papi e potenti di ogni epoca con i membri della famiglia e cimeli di epoca napoleonica che sono esemplari unici al mondo. Negli anni che furono, qui hanno soggiornato Stendhal, Marconi, Verga, Fellini, il Principe Carlo Ludovico di Borbone e due Papi, tra gli altri.

Forbes lo consiglia come “the place to stay” e anche su questo è davvero impossibile non essere d’accordo. Un meritato successo sia per l’eccezionale l’hotel-museo che per questo incantevole borgo, inserito nella Top 10 europea insieme a Český Krumlov (Repubblica Ceca), Ericeria (Portogallo), Hall in Tirol (Austria), Ronda (Spagna), Stará Ľubovňa (Slovacchia), Cochem (Germania), Bibury (Inghilterra), Sibiu (Romania), Reine (Norvegia) e Bonifacio (Corsica, Francia).

Articolo Precedente

Nelle aree del sisma 2016 i borghi medievali famosi nel mondo rischiano la scomparsa. E i restauratori lanciano l’allarme: “Manca personale nelle soprintendenze, così lavori a rilento”

next
Articolo Successivo

Ernst Meister. Non conosco nulla di più scuro della luce (Traduzione di Stefanie Golisch)

next