Saranno processati il 14 ottobre prossimo dal Tribunale di Crotone i quattro scafisti del caicco “Summer love” carico di 180 migranti che il 26 febbraio scorso si schiantò contro una secca a poche decine di metri dalla riva di Steccato di Cutro, causando 94 morti accertati – tra cui 35 bambini – e una decina di dispersi. Il pm Pasquale Festa, scrive oggi la Gazzetta del Sud, ha infatti chiesto e ottenuto dal gip Massimo Forciniti il giudizio immediato (senza l’udienza preliminare) consentito quando la prova del reato è evidente. Gli imputati – due cittadini turchi di 28 e cinquant’anni e due pakistani di 25 e 21 – sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e omicidio colposo: hanno 15 giorni di tempo per chiedere di essere processati con un rito alternativo.

A ognuno dei quattro scafisti il pm attribuisce un preciso ruolo ricoperto durante il viaggio del barcone, partito dalla Turchia. In particolare, secondo l’accusa, a causare l’urto con il fondale e il conseguente naufragio fu una brusca virata effettuata vicino alla riva, nell’erroneo convincimento di essere stati individuati dalle forze dell’ordine. A due degli imputati viene contestato anche di avere impedito ai migranti di chiamare i soccorsi. Sul disastro di Steccato di Cutro è aperta anche una seconda indagine, ancora in corso, sulle eventuali carenze nel sistema di soccorso italiano: sono indagate sei persone, tra le quali due ufficiali e un sottufficiale della Guardia di finanza in servizio quella notte.

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