Nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita in Olanda, ottiene dal premier Mark Rutte la promessa di una fornitura di 42 caccia F-16, eil suo consigliere chiede nuovi aiuti militari all’occidente, dal fronte interno degli Stati Uniti arrivano ulteriori segnali di indebolimento. Il sostegno di Washington a Kiev, assoluto e inscalfibile fino a questo momento, inizia a scricchiolare di fronte alle difficoltà incontrate dalle forze ucraine nella controffensiva. E alla luce delle elezioni presidenziali del 2024, calcolare adeguatamente l’umore della classe dirigente e della popolazione statunitense sul conflitto potrebbe giocare un ruolo importante alle urne. A confermare che oltreoceano vengono nutriti dubbi sulla riuscita della riconquista dei territori da parte di Kiev, sono stati pubblicati due articoli a distanza di poche, su due dei principali siti di informazione statunitensi, il Wall Street Journal e il Washington Post. Per entrambi i giornali, i segnali di stallo della controffensiva sono chiari. E se la fine della guerra non può essere raggiunta attraverso una vittoria sul campo, è necessario iniziare a pensare a delle alternative diplomatiche.

“Le parti non hanno obiettivi politici chiari e raggiungibili“, scrive il Wall Street Journal, “e per questo il rischio che la guerra duri ancora anni è molto concreto”. L’obiettivo di Kiev di ripristinare l’integrità territoriale, seppur chiaro, appare come una prospettiva lontana. Il sostegno occidentale, pur costante e sostanzioso, ha dei limiti. E da sole le forze ucraine, al di là dell’entusiasmo iniziale per la controffensiva, hanno dimostrato di fare fatica a procedere nella riconquista dei territori. Gli obiettivi del presidente russo Vladimir Putin, di contro, sembrano essere “più elastici e vanno da ambiziosi piani imperiali a più limitate conquiste di territorio”. Quel che è certo, scrive il giornale di New York, è che il suo obiettivo a lungo termine di riportare l’Ucraina sotto l’egida di Mosca “appare ora irrealistico”.

Se il Wall Street Journal ha concentrato la sua previsione sulla durata del conflitto, interrogandosi sulle possibili soluzioni, il Washington Post si espone immaginando quello che potrebbe succedere se la guerra dovesse durare ancora a lungo. “L’incapacità dell’Ucraina di dimostrare un successo decisivo sul campo di battaglia“, si legge nell’articolo, alimenta il timore che “il sostegno internazionale possa venir meno“. Gli sforzi dell’Occidente potrebbero erodersi, anche di fronte alle pressioni dell’opinione pubblica, davanti al perpetuarsi di una situazione di stallo al fronte. Un nuovo rapporto riservato dell’intelligence statunitense, infatti, ha previsto che la controffensiva non riuscirà a raggiungere la città chiave di Melitopol, nel sud-est del Paese, entro la fine dell’anno.

“L’Ucraina sembra essere a corto di opzioni in una controffensiva che i funzionari originariamente avevano definito come l’operazione cruciale di Kiev per riconquistare territori significativi quest’anno – scrive il Wp -. A più di due mesi dall’inizio del combattimento, l’avanzata rimane isolata a una manciata di villaggi, le truppe russe si stanno spingendo in avanti nel nord e il piano per addestrare i piloti ucraini sugli F-16 di fabbricazione statunitense è in ritardo”. Da non sottovalutare, inoltre, il fronte interno di Kiev. La popolazione ucraina è “stanca della guerra”. Resta da capire quale delle due parti finirà per logorarsi prima. Il conflitto al momento si limita al “tentativo di indebolire le reciproche risorse, piuttosto che ad assicurarsi significativi progressi territoriali”. Di fronte a questo scenario, potrebbero essere sempre più numerose le voci a sostenere l’ipotesi di una trattativa di pace per risolvere il conflitto.

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