Un tweet per invocare nuovamente la pace, in linea con la missione fortemente voluta del cardinal Zuppi in Ucraina e Russia per la risoluzione del conflitto che si protrae da oltre 18 mesi. Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale dell’aiuto umanitario, scrive un messaggio per incoraggiare “a deporre le armi, a ridurre le spese militari per provvedere ai bisogni umanitari, a convertire gli strumenti di morte in strumenti di vita”. Perché, scrive Bergoglio, “è nostra responsabilità aiutare a estirpare dai cuori l’odio e la violenza“.

Già nei giorni scorsi il Papa, alla rivista religiosa spagnola Vida nueva, aveva dichiarato di volere proseguire la sua “offensiva di pace”. Una azione a trecentosessanta gradi che parte dalle questioni umanitarie, come lo scambio dei prigionieri e il ritorno a casa dei bambini ucraini deportati in Russia, per arrivare alla pace con il coinvolgimento di tutte quelle potenze che possono avere in mano una leva, dagli Stati Uniti alla Cina, e anche il mondo arabo. E comincia a definirsi meglio la strategia che vede la richiesta, da parte di Bergoglio, di un coinvolgimento del mondo arabo per provare a fermare le violenze in Europa.

Abu Dhabi, dove il Papa firmò nel 2019 il Documento sulla Fratellanza Umana, potrebbe essere la prima tappa di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Muhammad ben Zayed, intende organizzare un incontro tra i presidenti russo Vladimir Putin e ucraino Volodymyr Zelensky nei giorni della Cop28, la conferenza internazionale sul clima, prevista a Dubai il 30 novembre prossimo. E secondo fonti arabe ed occidentali, questa iniziativa segue “la richiesta di Papa Francesco in coordinamento con alcune potenze europee”.

Il Papa aveva parlato di un possibile ruolo degli Emirati Arabi sempre nella conversazione con la rivista spagnola Vida Nueva: “Dopo la visita del cardinale Zuppi a Washington, la prossima tappa prevista è Pechino, perché entrambe detengono anche la chiave per abbassare la tensione del conflitto. Tutte queste iniziative sono ciò che io chiamo ‘un’offensiva per la pace'”. Poi l’annuncio che a novembre, prima che si tenga a Dubai il Summit sul clima delle Nazioni Unite, “stiamo organizzando un incontro di pace con i leader religiosi ad Abu Dhabi. Il cardinale Pietro Parolin sta coordinando questa iniziativa, che vuole svolgersi fuori dal Vaticano, in un territorio neutrale che invita tutti all’incontro”. Francesco stesso potrebbe aprire questo evento. Ma ha anche dato mandato al presidente emiratino di verificare se, in questo contesto, c’è appunto spazio per un incontro tra Putin e Zelensky.

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