Sarei ben felice se Schlein e Conte volessero sostenermi, anche perché credo che alcuni temi, come la conversione ecologica del fisco, cioè meno tasse sul lavoro e più tasse sull’inquinamento e sulle emissioni per affrontare la transizione ecologica con uno strumento di mercato, e quindi liberale, ecologista e sociale, possa essere un terreno comune di dialogo tra le opposizioni a questo governo”. Sono le parole pronunciate a In Onda Estate (La7) da Marco Cappato, ex europarlamentare radicale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, circa il silenzio di Pd e M5s sulla sua autocandidatura nelle elezioni suppletive che si terranno il 22 e il 23 ottobre a Monza e in Brianza per nominare il successore di Silvio Berlusconi al Senato.
Nella corsa al seggio, su proposta di Antonio Tajani e con l’appoggio incondizionato della famiglia Berlusconi, il candidato di centrodestra nel collegio senatoriale sarà Adriano Galliani, ex ad del Milan e attualmente del Monza, nonché storico braccio destro dell’ex Cavaliere.

Sostegno immediato alla candidatura di Cappato è arrivato da + Europa, Psi, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra (“Mettere d’accordo Calenda, Bonelli e Fratoianni non succede tutti i giorni, è accaduto solo sul salario minimo“, ironizza il politico), mentre Pd e M5s ancora non si sono pronunciati. Cappato precisa di non aver voluto mancare di rispetto “alla complessità dei processi decisionali”: “Posso capire che l’autocandidatura non sia vissuta come il massimo nei procedimenti di selezione di un partito. Le opposizioni però oggi non sono unite, quindi ho pensato che fosse meglio riunirle mettendo avanti la mia candidatura anziché illudermi di fare una bella riunione con loro tutti insieme. Sarebbe stato impossibile“.

Cappato cita il metodo pannelliano (“si fa una proposta e si vede chi ci sta”) e, sempre sulle perplessità di Pd e M5s, aggiunge: “In Parlamento battaglie che a Pd e M5s possono andare bene le farò sicuramente. Con l’associazione Luca Coscioni siamo quelli che hanno raccolto 2 milioni di persone che hanno sottoscritto i referendum sull’eutanasia e cannabis, che poi la Consulta ha bloccato. Se allora – spiega – parliamo di partecipazione popolare, del problema dell’astensionismo, della gente che è stufa della politica, forse lavorare assieme a persone che hanno dimostrato di saper coinvolgere la gente, senza tentare di entrare in Parlamento, sarebbe un valore aggiunto che a queste opposizioni farebbe comodo. Dopodiché, decideranno loro e io ho il massimo rispetto per le loro scelte”.

E ribadisce: “Il principio fondamentale che mi permetto di ritenere che la mia candidatura possa portare nella politica istituzionale è quello della partecipazione popolare. Non è possibile che su tanti temi la realtà nella società continui a essere così distante dal palazzo e dalle istituzioni – sottolinea – perché la gente è tenuta fuori dal processo decisionale. Altrove ci sono consultazioni, assemblee di cittadini estratti a sorte, referendum, leggi di iniziativa popolare. Noi invece abbiamo un muro per cui decidono solo 4 o 5 o 6 capi di partito. Questo in democrazia è inaccettabile“.
Cappato conclude, rivolgendosi ai telespettatori: “Stiamo raccogliendo fondi perché, come potrete immaginare, dall’altra parte abbiamo la grande eredità berlusconiana. Noi andiamo avanti con le micro-donazioni all’americana, quindi conto su di voi”.

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