Il centrodestra compatto, il centrosinistra in pezzi. Il più classico degli schemi si avvia a ripetersi alle elezioni suppletive per il Senato nel collegio uninominale della provincia di Monza, in programma il 22 e 23 ottobre per riempire lo scranno lasciato vuoto da Silvio Berlusconi. La coalizione di governo ha scelto in un attimo il suo cavallo: Adriano Galliani, 79 anni, monzese, vicepresidente e amministratore delegato del club di calcio della città (di proprietà della famiglia Berlusconi) dopo trent’anni alla guida del Milan. All’opposizione, invece, le idee sono poche e confuse. A smuovere le acque – come spesso accade – ci ha pensato Marco Cappato, storico attivista radicale per i diritti civili e protagonista (tra l’altro) delle battaglie per il suicidio assistito, la gestazione per altri e la cannabis legale: 52 anni, anche lui cresciuto a Monza, sabato ha lanciato su Twitter la propria candidatura indipendente. “Voglio portare in Parlamento temi e battaglie che mi stanno a cuore e che di questi tempi sono a rischio, o trascurati. Chi pensa sia una buona idea e vuole dare una mano, mi contatti”, ha scritto. Quello del fondatore di Eumans (movimento politico europeo per la partecipazione civica) e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni è uno dei pochi nomi in grado di impensierire Galliani, che, oltre a essere un candidato solido e popolare, corre in un collegio-roccaforte del centrodestra (alle politiche di settembre le forze a sostegno di B. raccolsero il 50,2%). Eppure la sua corsa, per vari motivi, non sembra scaldare gli animi nel cosiddetto campo progressista. Che così rischia di dividersi come da copione, rinunciando in partenza a ogni possibilità di aggiudicarsi il seggio “berlusconiano” con tutto il suo valore simbolico.

A schierarsi senza distinguo con Cappato, infatti, finora c’è solo +Europa, il suo ex partito (si candidò alla segreteria nel 2019, sconfitto – tra le polemiche – da Benedetto Della Vedova). In suo favore per la verità si sono espressi anche i vertici di altre due forze, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra, che però devono fare i conti con variegate resistenze interne. “Noi ti daremo una mano”, gli ha assicurato Carlo Calenda, rispondendo a caldo all’annuncio su Twitter. Ma due figure di peso del suo partito, le cattoliche ex ministre di Forza Italia Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, si sono affrettate a smarcarsi in pubblico: la prima chiede un “supplemento di riflessione“, sottolinendo che “sui temi etici” il dirigente della Coscioni “rappresenta posizioni che dividono il suo stesso partito (quale?, ndr), figuriamoci l’ala liberale e moderata”. “Non posso essere entusiasta di questa scelta, sui diritti ho posizioni diverse da quelle radicali di Marco Cappato”, lamenta invece Gelmini. Nell’ambito del fu Terzo polo, peraltro, c’è chi fa espliciti endorsement a Galliani, come Ettore Rosato di Italia viva: “Ove ci fosse una discussione comune, dirò che ho molta stima di Adriano Galliani e lo considero un moderato e una persona seria”, ha detto in un’intervista al Quotidiano nazionale.

Anche i leader rossoverdi Eleonora Evi, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si sono schierati d’istinto con il presidente di Eumans, invitando il resto dell’opposizione a convergere su di lui. Ma in questo caso a non essere convinta è la base di Sinistra italiana (uno dei due partiti che formano il gruppo parlamentare). E il “problema” qui non sono i diritti civili, ma quelli sociali: “Mi chiedo se un partito come Sinistra italiana possa sostenere le idee di Cappato sui temi sociali, da sempre vicino a una sensibilità liberale, profondamente diversa dalla nostra. In più, la candidatura avviene in un contesto in cui Marco Cappato ha sostenuto un candidato sindaco ed una lista che si è poi apparentata col centrodestra. Ascoltiamo i territori, facciamolo veramente, altrimenti son solo parole…”, attacca sui social Francesco Racioppi, giovane coordinatore di Sinistra italiana in Brianza e vicepresidente del consiglio comunale del capoluogo. L’appoggio a Cappato, peraltro, probabilmente non entusiasma nemmeno la presidente del gruppo alla Camera, la verde Luana Zanella, che nei giorni scorsi si è scagliata contro la gestazione per altri in un intervento applauditissimo dal centrodestra (video).

Silenzio invece dai vertici dei maggiori partiti della potenziale coalizione, il Pd e il Movimento 5 stelle. Per storia politica, la segretaria Elly Schlein non avrebbe dubbi a schierarsi con Cappato, ma deve superare le barricate dell’ala cattolica, che ha già iniziato a farsi sentire: “Non servono le fughe in avanti, serve ragionare insieme per trovare il profilo migliore che sia in grado di battere la destra e provare a vincere”, dice all’AdnKronos il senatore lombardo Alessandro Alfieri, coordinatore della corrente moderata di Base Riformista. Dalla stessa area frena anche l’ex capogruppo Simona Malpezzi: Io sono sempre dell’idea che debbano decidere e valutare i territori. Quindi la federazione di Monza e Brianza”. Tutto tace invece nel M5s di Giuseppe Conte, che affronterà la questione nelle prossime settimane: “Avevamo già iniziato a discuterne e l’orientamento del territorio era quello di andare da soli, ma la discesa in campo di Cappato è una novità politica che cambia le carte in tavola. Sulla base delle indicazioni che ci arriveranno, ci confronteremo con Roma e prenderemo una decisione”, dice al fattoquotidiano.it il coordinatore lombardo Dario Violi. “Per quanto mi riguarda, posso dire che con Marco ho partecipato alla raccolta firme per l’eutanasia legale, che il Movimento lombardo ha appoggiato e a cui ha contribuito. Ma se tante idee le abbiamo sposate, poi la politica è anche altro“.

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