Tre ore. È il tempo massimo di luce giornaliera che i circa 4mila 500 abitanti di Klaksvík possono avere durante la stagione invernale. La città è la seconda più grande delle Isole Fær Øer (dietro la capitale Tórshavn) e sorge nella regione delle Norðoyar, costituita dalle isole più settentrionali dell’arcipelago, a metà strada tra Scozia e Islanda. Il circolo polare artico è a un passo. Qui l’attività più importante e remunerativa è la pesca e infatti c’è un importante porto, con una moderna flotta peschereccia. Ma non è per il commercio ittico che Klaksvík è entrata nei radar europei nelle ultime settimane, ma per il calcio. Il Klaksvìkar Ìtròttarfelag, KÌ, Ki Klaksvìk (sono tre i nomi con cui è conosciuta la squadra locale) diventerà la prima realtà faroese a giocare i gironi di una competizione europea, indipendentemente da come andrà a finire il terzo turno di qualificazione di Champions League contro i norvegesi del Molde. All’andata è finita 2 a 1 per il KÌ. Il ritorno è in programma il 15 agosto, in Norvegia. In ogni caso, nella peggiore delle ipotesi, per la squadra di Klaksvík sarà almeno fase a gironi di Conference League.

Ma come è possibile? Arrivati al terzo turno preliminare della massima manifestazione europea per club il regolamento parla chiaro: se il Klaksvìk dovesse perdere contro il Molde accederebbe agli spareggi di Europa League, e in caso di un ulteriore risultato negativo finirebbero nella terza coppa. Un’impresa storica che è il frutto di un gruppo di semiprofessionisti che si allenano la sera dopo una giornata di lavoro. Otto elettricisti, un falegname e alcuni impiegati d’ufficio.

Il KÌ è la seconda squadra più titolata nella storia del Formuladeildin, il campionato nazionale, dietro all’HB Torshavn. Venti scudetti, l’ultimo lo scorso anno (in bacheca ci sono anche sei Coppe delle Fær Øer e tre Supercoppe). Un titolo che ha garantito l’accesso ai turni di qualificazione di Champions League, con lo stadio Djúpumýra Klaksvík – capienza massima tremila posti – trasformato in un fortino impenetrabile. Qui sia gli ungheresi del Ferencvaros che gli svedesi dell’Hacken non sono andati oltre lo 0 a 0, prima di venire eliminati tra le mura amiche. I primi con un clamoroso 3 a 0, mentre i secondi ai calci di rigore, dopo un rocambolesco 3 a 3. Contro il Ferencvaros decisivo si è rivelato il portiere Nils Jonatan Johansson, di professione elettricista. Un giocatore che nemmeno doveva essere in campo. Johansson, infatti, si era ritirato nel 2022, salvo poi riprendere a giocare come difensore in una squadretta di dilettanti in Norvegia, prima di ricevere la chiamata da Klaksvík. Nel prossimo turno il KI affronterà il più conosciuto Molde, squadra con la quale l’allenatore dei faroensi, Magne Hoseth, ha collezionato oltre 330 presenze e messo a segno più di 110 gol.

Andando a scavare più a fondo nel Ki Klaksvik possiamo scorgere anche un collegamento con il nostro calcio. Il punto di incontro si trova in provincia di Brescia, in Val Camonica. Qui c’è Breno, un comune italiano di circa 4mila 500 abitanti. E qui ha giocato in Eccellenza lombarda Pall Klettskard, il primo giocatore faroese a calcare i campi italiani. Scovato dall’allora direttore sportivo Enrico Dalè, la sua è stata un’avventura fugace: un solo anno per una ventina di partite e appena due reti segnate. Oggi Klettskard ha 33 anni, fa il falegname e dalle parti di Klaksvik non è un giocatore qualsiasi. Con 192 reti in 329 partite è il miglior marcatore nella storia della società ed è l’attuale capocannoniere della Formuladeildin, che terminerà a ottobre e che vede il Kì dominare con più di dieci punti di vantaggio sulla seconda in classifica, il B36. In questi preliminari di Champions League, però, Klettskard è rimasto in panchina a causa di un infortunio.

L’exploit del Klaksvík non è casuale. Il calcio alle Fær Øer è in crescita da qualche anno ed è uno degli otto sport per cui esiste una federazione (creata nel 1979). Il primo campionato si è svolto nel 1942 e a vincerlo è stato proprio il KÍ. Negli ultimi anni la nazionale è stata capace di battere squadre di ben altra tradizione e caratura, come Grecia e Austria, durante le qualificazioni agli Europei. Prima di questi successi, il punto più alto lo aveva raggiunto con una sconfitta: un 1 a 2 casalingo contro l’Italia campione del mondo, durante una partita di qualificazione per gli Europei del 2008. Il Paese era una delle nove federazioni a non aver mai partecipato a una competizione europea per club. Ora sono rimaste in otto: Andorra, Bosnia, Galles, Islanda, Malta, Montenegro, Irlanda del Nord e San Marino.

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