Caro ministro Piantedosi,

buon quasi Ferragosto per cominciare.

La notizia del suo passaggio a Napoli ci ha illuminato d’immenso e ha animato il dibattito cittadino, un po’ fiacco in verità. Sarà perché saranno tutti a svacanzare da qualche parte.

Napoli ha il potenziale di essere una Ville Lumière come Parigi. Oops, chi ho nominato! Dopo che Le Monde ha fatto a pezzettini Napoli e il suo rinascimento culturale. Napoli che manca di una politica dell’accoglienza, Napoli che non ha un assessore alla cultura, il sindaco cerca di fare del suo meglio, qualche consulente/curatore deve avergli detto che era una figata installare un clone di un opera già esposta al Museo Madre, la Venere degli Stracci di Pistoletto. Una buona idea concepita nel 1967 come opera di protesta. Oggi 7 metri di altezza, sproporzionata e fuori scala, in Piazza Municipio. Dopo un lunghissimo restauro durato 25 anni, restituita alla collettività, difficile immaginare una piazza altrettanto sproporzionata e inaccogliente.

Pistoletto è riuscito a far credere che fosse un’opera d’arte. “Altro che Venere degli stracci! Ci sono opere molto più preziose, come gli affreschi trecenteschi di Pietro Cavallini a Santa Maria Donnaregina che da anni attendono un restauro” ci manda a dire il critico Vittorio Sgarbi. Facciamolo pure il crowdfunding ma di certo non la replica della replica.

E che Pistoletto ci risparmiasse i suoi “pistolotti” di esortazione buonista nel confronti del povero cristo, un senzatetto che gli ha incendiato l’installazione: Sergio Locoratolo, coordinatore delle attività culturali, assicurava che i materiali erano ignifughi. Si è visto, si è incendiato come un fiammifero con un accendino. Il “falso”, per non dire la sòla, che la Fondazione di Pistoletto ci ha rifilato è costato alle casse comunali ben 168mila euro. Poteva fare il beau geste di regalare la sua installazione, ma adesso farsela ripagare la seconda volta proprio NO. Intanto Pistolotto, pardon, Pistoletto si è già fatto un gigantesco spot su tutte le testate internazionali con la fotografia della sua Venere che sembrava il rogo delle streghe. Se ne faccia una ragione, a Napoli i suoi stracci nessuno li vuole più, ne abbiamo già a sufficienza.

Ringraziamo invece il ministro Piantedosi per i suoi bellissimi propositi di decoro urbano; mi consenta, però, di aggiungere qualche modesto suggerimento. Si tratta di altrettante priorità da non trascurare.

1) Mai più 5 giorni di concerto a Gigi D’Alessio a Piazza Plebiscito. Blindandoci, noi che abitiamo nel quartiere di Chiaia/Monte di Dio, in una grande isola pedonale. Lo smantellamento della struttura a fine concerto il 3 giugno non c’è stato, come da accordi. E ha guastato la festa dello scudetto ai napoletani (quelli che non sono andati allo stadio), la piazza era transennata per metà, e lascio alla sua immaginazione (imagination au pouvoir come direbbero i francesi) l’ammasso di carne umana nell’altra metà per una visione parziale dei due maxi schermi, cadeau del sindaco.

Non mi risulta che Place Vendome a Parigi (Piazza Plebiscito è molto più bella) venga data per concerti o sagre dei dolci nuziali. Dunque la prego, ministro, vigili anche su questo oltre alla bonifica di Ipogeo e del colonnato. Lei è napoletano e sa bene che la basilica con gioco asimmetrico di colonne è chiamato il mini Vaticano.

2) Giriamo l’angolo e mandi poliziotti, vigili, l’esercito… mandi chi vuole lei a misurare i dehors di friggitorie e baretti in via Toledo. Un bar ha messo 18 tavolini. In piazza Trieste e Trento due di loro hanno tre grandi frigo esposti sul marciapiede (oltre a tavolini e sedie), costringendo il passaggio a una striscia pedonale.

3) A Piazza de Martiri un altro, impunito, ha piazzato 5 tavolini proprio in piazza sotto i leoni di pietra. A Napoli nessuno ruggisce, mi aspetto che lo faccia lei.

Le cahier de doléances non finisce qui ma adesso le auguro buon sale addosso. Ai napoletani neanche più quello è concesso. Visto che le spiagge pubbliche sono ormai ridotte a uno sputo. E per un tuffo a mare bisogna pure prenotarsi on line (impresa non facile), doppio turno, 9-13, 13-18.

P.S. 1) Per chi resta a Napoli, così si chiama la rassegna di (non) eventi a piazza Plebiscito, di una tale modestia, parterre semivuoto, che ci rimane solo da scappare.
P.S. 2) Vorrei concludere con una quasi bella notizia. E’ stato un plebiscito la richiesta di cittadinanza onoraria alla principessa reale Mafalda von Hessen, nipote di Mafalda di Savoia. Ma dal cerimoniale del sindaco tutto tace.

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