L’elenco dei morti sulla frontiera alpina tra l’Italia e la Francia continua ad allungarsi. Secondo quanto riporta la tv francese Bfmtv, il corpo di un migrante è stato trovato lunedì mattina 7 agosto sui sentieri che collegano Monginevro e Briançon. In questi boschi ogni giorno centinaia di persone provano a passare il confine cercando di scappare dai controlli della polizia di frontiera francese. Il cadavere è stato ritrovato da una persona che passava sul sentiero in mountain-bike.

La Procura della Repubblica di Gap assicura a Bfmtv che è stata aperta un’inchiesta per accertare le cause della morte ed è stata già disposta l’autopsia. Secondo le prime informazioni, si tratta di un giovane adulto, la cui morte sembrava “abbastanza recente” e il cui “corpo non recava traccia di violenza o lotta”. “Non siamo di fronte a un fatto tragico ed eccezionale, ma a una concreta eventualità che si ripropone ogni giorno ad ogni tentativo”, spiega l’associazione On borders che ha contato dieci morti accertati negli ultimi anni. Persone a cui è difficile dare un volto e un nome: nel 2018 Blessing è morta mentre scappava dalla polizia; nel 2022 Fahtallah è stato trovato morto nella diga vicino a Modane; nello stesso anno il 14enne Aullar è morto stritolato dal treno a Salbeltrand. “Non è la montagna che uccide, ma il sistema di frontiera – conclude On Borders – i morti nel Mediterraneo, a Cutro, a Ventimiglia e sulle Alpi sono il risultato di una stessa pianificata politica dell’orrore”.

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