Il centrosinistra rivendica, il centrodestra – soprattutto FdI – tiene un basso profilo, mentre Azione e Italia viva si infuriano. E anche da uno dei commentatori più vicini al governo arrivano spietate critiche. È l’inusuale quadro delle reazioni politiche alla norma con cui il Consiglio dei ministri, nel decreto-legge “Asset” approvato il 7 agosto, ha deciso un prelievo straordinario sugli extraprofitti realizzati delle banche negli ultimi due anni a causa dei rialzi stellari dei tassi d’interesse applicati su mutui e prestiti (non compensati da alcun aumento degli interessi pagati sui depositi). Un provvedimento redistributivo che, peraltro, ricalca il contenuto di una mozione presentata nei giorni scorsi dal Pd alla Camera, a prima firma dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando. Perciò dal Nazareno non possono che dirsi soddisfatti: “Meglio tardi che mai, si sono dati una mossa e hanno raccolto almeno parte delle nostre istanze, anche se molto rimane da fare”, dice il responsabile Economia del partito, il senatore Antonio Misiani.

E dal resto dell’opposizione parte la gara a rivendicare la “paternità ideologica” della misura. “Siamo stati fra i primi a parlare di extraprofitti, ora non sperperino quei soldi in progetti inutili, li diano alle famiglie in difficoltà e intervengano sulla sanità al collasso”, scrive su Facebook Elisabetta Piccolotti di Sinistra italiana. Anche il presidente M5s Giuseppe Conte dedica al tema un lungo post: “Ci criticano, ci snobbano, ci accusano di demagogia. Poi non riescono ad ammetterlo, ma devono darci ragione. Da marzo il Movimento 5 stelle chiede un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caro mutui. Sono passati cinque mesi e il Cdm si accorge dell’emergenza, quando le famiglie sono già in ginocchio da troppo tempo. E ora il governo sembra accogliere la nostra proposta di una tassa sugli extraprofitti bancari. Meglio tardi che mai, ma il “tardi” purtroppo lo pagano le famiglie”. “Il copione è sempre quello, a ogni proposta del M5s partono insulti, risatine di scherno, i dogmi del sacro e inscalfibile libero mercato. Poi, alla fine, quando i problemi iniziano a essere ingestibili, arriva un bel copia-incolla delle proposte. Ma cambiando ovviamente i titoli”, attacca il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli.

Paradossalmente più tiepidi, invece, i partiti di governo, che devono fare i conti con gli imbarazzi interni per una scelta non in linea con l’ideologia del centrodestra. Il ministro competente per materia, il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega), ha scelto di non presentarsi alla conferenza stampa post-Cdm, lasciando l’annuncio al suo leader di partito, il vicepremier Matteo Salvini: d’altra parte, non molto tempo fa, lo stesso Giorgetti aveva negato che fosse in vista un intervento di questo tipo. Dopo un vertice mattutino, il partito affida la propria voce a una nota: “Nella Lega c’è la convinzione che il prelievo sui maxi-margini delle banche, che hanno guadagnato decine di miliardi in questo periodo, sia la strada giusta per aiutare lavoratori, famiglie e imprese”, si legge. Da Forza Italia parla solo il leader Antonio Tajani in un’intervista al Corriere, preoccupandosi di specificare che “non è una misura contro le banche, ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui”. Mentre gli esponenti di FdI si concentrano ad attaccare Conte e il M5s: “È incredibile il tentativo dei Cinque stelle di rivendicare come una loro idea” la tassazione sugli extraprofitti, “il loro è stato solo fumo“, dice il presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato.

Chi non lesina critiche è il fu Terzo polo. “Sbagliata la tassazione sugli extraprofitti delle banche. Le tassazioni sugli extraprofitti sono legittime solo in caso di eventi straordinari, vedi energia-guerra, che falsano in modo determinante il funzionamento del mercato. Si stabilisce un precedente molto pericoloso. Domani avremo la tassazione sugli extraprofitti delle friselle pugliesi, dei toast dimezzati o dei lettini? Al momento non è neppure chiaro come questa norma possa essere compatibile con il diritto europeo”, attacca il leader di Azione Carlo Calenda. Caustico il deputato di Italia viva Luigi Marattin: “Da oggi se sei un imprenditore (o chissà, magari pure un lavoratore autonomo) in un settore che sta andando particolarmente bene, stai attento: se il governo decide che stai facendo un po’ troppi profitti, te li viene a requisire“. Al momento non si registra ancora alcuna reazione dal mondo degli istituti di credito, nemmeno per bocca dell’Associazione bancaria italiana, la sigla di rappresentanza del settore. In compenso, anche uno dei più noti giornalisti di area centrodestra, Nicola Porro (vicedirettore del Giornale e conduttore del talk Quarta Repubblica su Rete 4) si scaglia contro la nuova tassa: “Difficile imaginare una mossa più socialista che quella di tassare extraprofitti e banche. Altro che liberali“, scrive. E ancora: “In una sola mattina sono riusciti a far perdere dieci miliardi agli azionisti delle medesime banche. Bell’affare!”.

SALVIMAIO

di Andrea Scanzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Tassisti intoccabili: anche questo governo fa retromarcia, dopo le minacce di sciopero. Ecco le “nuove” norme

next
Articolo Successivo

Nei lavori per il Giubileo, Gualtieri include pure un porto per navi da crociera e sette parcheggi

next