Qualche mese fa è successo che un cucciolo d’orso è scivolato in un canalone, in alta montagna, nel Trentino. Mamma orsa ha provato ad aiutarlo a farlo risalire, ma il cucciolo, ferito gravemente, non è riuscito a muoversi a causa di alcuni traumi invalidanti. Mamma orsa, purtroppo, si è resa conto della gravità della situazione, ha preso l’altro cucciolo e si è allontanata, data la situazione ormai compromessa.

Di lì a poco, però, passa da lì un guardiacaccia e vede il cucciolo d’orso esanime in fondo al canalone e avvisa il servizio forestale; la squadra di turno parte, coinvolgendo un veterinario esperto e giungono sul posto. Il veterinario esanima il cucciolo e decide che le ferite sono guaribili e le prospettive di salvare l’animale sono concrete.

In Trentino, si sa, gli orsi li vogliono eliminare, quindi possibile che le direttive siano di lasciar perdere il cucciolo; tuttavia, sono presenti un veterinario e un guardacaccia e il cucciolo è ancora in vita; si decide, quindi, grazie alla ferrea volontà del medico, di recuperarlo e portarlo in clinica.

Qui viene curato dalle ferite e guarisce nel giro di qualche settimana; poi, viene trasportato in un centro di recupero, dove mani esperte sanno come far crescere un cucciolo d’orso tenendosi a distanza, cioè mettendo in pratica strategie per non rendere l’animale confidente all’uomo. E , chi esegue queste attività, ha un’esperienza di decenni in questo campo!

Tanto che, dopo qualche mese, gli esperti dicono che è giunta l’ora di farlo tornare in libertà; completamente guarito, può essere rilasciato in natura per tentare di raggiungere la madre; o comunque di provare a vivere libero, secondo le leggi della natura, non quelle dell’uomo.

Ma c’è un però: in Trentino il presidente Fugatti vorrebbe abbattere o deportare almeno 70 orsi; quindi, secondo voi, potrà mai autorizzare il rilascio di un orsetto? Ovviamente no! E così, viene deciso, almeno per ora, che l’orsetto debba rimanere in cattività.

E qui nasce la discussione; da una parte gli esperti che dicono che l’orsetto Honey è pronto per tornare in libertà, certo rischiando anche di non farcela, ma in libertà come madre natura lo ha fatto nascere, con gli stessi rischi che aveva prima. Dall’altra parte una provincia che non vuole assolutamente rimettere in libertà un orsetto, futuro possibile adulto, insomma uno dei 70 da eliminare!

E quindi, l’orsetto pare proprio condannato a vita a vivere recluso; senza aver fatto nulla, senza alcun senso.

Ovviamente tutti zitti? Nemmeno per sogno!

Viene presentata una denuncia in Procura di Trento, per chiedere se tale posizione non generi qualche reato, poiché l’orso, come tutta la fauna selvatica, è proprietà indisponibile dello Stato Italiano, non della Provincia di Trento o del suo Presidente che si ostina a perseguire la strada degli abbattimenti/eliminazioni, anziché progettare strategie di convivenza e, soprattutto, avviare quei veri processi che permetterebbero di alzare la sicurezza nelle zone ove l’orso è presente.

Esempio? La sostituzione dei famosi bidoni del rifiuto organico, che garantirebbe almeno l’allontanamento degli orsi dai centri abitati di montagna; credete sia stato fatto qualcosa, anche dopo la recente disgrazia nota a tutti? NULLA! Personalmente, domenica scorsa ho fatto il giro della val di Sole: nessun bidone anti orso è stato posizionato!

E, dunque il povero orsetto Honey (M89) rimarrà in galera a vita, incolpevole e pagando l’assurda ferocia e inciviltà di una politica che urla e basta, ma non sa progettare soluzioni?

Intanto c’è chi ci prova a tenere alta l’attenzione, anche lanciando una petizione per chiedere la liberazione del piccolo orso.

[foto d’archivio]

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