Tremila persone per assistere alla finale di un torneo estivo di basket in un playground. Non accade a New York, ma ai giardini Margherita di Bologna, meglio conosciuti come i “Gardens”, dove quest’anno si è svolta la 41esima edizione del torneo dedicato alla memoria di Walter Bussolari. “La prima volta, nel 1982, il campo non era neanche illuminato – racconta l’organizzatore del torneo Simone Motola – oggi trasmettiamo il torneo in streaming in tutto il mondo con picchi di 35mila visualizzazioni per la finale”.

Il torneo fa parte della storia di Bologna. Su questo pezzo di asfalto sono passate stelle Nba come Micheal “Sugar” Ray Richardson mentre le tribune hanno ospitato appassionati come Lucio Dalla, Roberto Baggio e Marco Pantani. Oggi il torneo coinvolge 25 squadre tra maschile e femminile per un totale di oltre 400 giocatori, dalla A2 alle “minors”. Niente è lasciato al caso. Ci sono le squadre, gli sponsor, le tifoserie, gli speaker, le maglie personalizzate. E durante la stagione invernale c’è la gara ad accaparrarsi i tiratori migliori in vista delle sfide estive sull’asfalto dei “Gardens”. Quest’anno il trofeo è andato alla Matteiplast Ristorante Alice Bottega Backdoor che ha superato nella finalissima il Not In My Olly Fans. Un autentico derby della “cotoletta”, poichè tra gli sponsor delle due squadre c’erano due dei ristoratori più apprezzati, Oscar del Ristorante Alice, virtussino doc, e Fabio Berti della trattoria Bertozzi, di sponda fortitudina. Un derby nel derby che testimonia come a Bologna il basket si respiri ovunque. E non è un caso che si è guadagnata il titolo di “Basket City” d’Italia.

La fama del torneo non si ferma alle mura della città ma è arrivata anche all’estero. La scorsa edizione, in occasione del quarantennale, ha visto per la prima volta la partecipazione di una squadra proveniente da una delle leghe estive americane più importanti: la Drew League. E la storia dei “Gardens” è finita anche in un documentario prodotto dalla Nba. Il motivo? È un torneo unico in Europa.

In tanti hanno calcato l’asfalto dei “Gardens”. “Il più grande di tutti è stato Micheal “Sugar” Ray Richardson”, ci tiene a sottolineare Motola . Un giocatore che dopo aver giocato centinaia di partite Nba in maglia Knicks, Warriors, Nets è sbarcato a Bologna con la Virtus. E proprio qui ha voluto partecipare a due edizioni del torneo “Bussolari”. Ma i “Gardens” sono democratici e può accadere anche che una stella Nba come Richardson venga stoppata da un giocatore della serie B2 italiana. Poi ci sono giocatori che hanno segnato la storia della nazionale italiana come Giacomo Galanda, argento alle Olimpiadi 2004, Stefano Mancinelli e Daniel Hackett.

Oggi la geografia dei giocatori è leggermente cambiata. “Abbiamo una quindicina di giocatori di A2 mentre metà dei giocatori milita in serie B”, spiega l’organizzatore. Ma in un mondo dove dominano i procuratori e gli agenti, il Gardens rappresenta ancora una vetrina per chi vuole scoprire nuovi talenti fuori dai radar. Un esempio? Sasha Vidrini, classe 2001, milita nella Pittsburgh University, college di terza fascia americano. Ha vinto il titolo di most improved player e chissà se quando finirà il suo percorso di studi americano non troverà un ingaggio ad alto livello in Italia grazie anche alle sue prestazioni ai Giardini Margherita. Archivata l’edizione 2023, è arrivato il momento di pensare al futuro: “La sfida è quella di ampliare sempre di più le sezioni dedicate al basket in carrozzina e al baskin – conclude Simone Motola – e di aprirsi sempre di più all’estero tornando a ospitare squadre straniere”.

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