Dopo mesi di gelo di recente i rapporti fra Washington e Pechino sembravano, sulla carta, migliorati. Le visite dei segretari di stato e del Tesoro, rispettivamente Antony Blinken e Janet Yellen, sono una conferma del dialogo che è stato riallacciato. Ma è notizia di oggi che alcuni hacker “legati a Pechino” avrebbero avuto accesso all’account email dell’ambasciatore americano in Cina Nicholas Burns. La notizia è riportata dal Wall Street Journal che cita alcune fonti secondo le quali l’attacco hacker avrebbe compromesso le email di centinaia di persone del governo americano. Fra queste anche quella di Daniel Kritenbrik, l’assistente del segretario di stato nell’Asia dell’est. Dall’accesso agli account email di Burns e Kritenbrik, gli hacker potrebbero ottenuto informazioni riservate sulle recenti visite di funzionari dell’amministrazione in Cina ma anche alle conversazioni interne sulle politiche americane verso Pechino.

Intanto il presidente ha ricevuto il “vecchio amico” Henry Kissinger, mostrando ancora una volta come Pechino preferisce corteggiare canali fuori dalla diplomazia ufficiale per cercare di veicolare il suo messaggio e influenzare Washington. Come già fatto con Bill Gates e Elon Musk, con incontri per mettere l’accento sui rapporti economici fra le due superpotenze globali. Le strade alternative cercate da Xi sono un segnale all’amministrazione Biden e ai suoi sforzi di contenere la Cina a livello geopolitico, militare e tecnologico. Ma anche un messaggio più ampio alla politica americana in un anno elettorale che vede nel pugno duro nei confronti di Pechino l’unico fronte in cui repubblicani e democratici sono d’acccordo. “Il popolo cinese si ricorderà sempre di te”, ha detto Xi all’ex Segretario di stato americano, uno degli autori della normalizzazione dei rapporti fra Stati Uniti e Cina negli anni 1970.

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