di Giovanni Capasso

Da decenni, i cittadini di Napoli vivono nell’attesa di una rigenerazione urbana che tarda ad arrivare. Con il mare di Bagnoli ancora non balneabile e con il recente annuncio di un significativo aumento dei costi della bonifica, la loro pazienza si è esaurita. Infatti, grazie a una lettera inviata il 19 giugno da Bernardo Mattarella, l’amministratore di Invitalia, al Commissario di Bagnoli, il sindaco Gaetano Manfredi, si è venuti a conoscenza di enormi rallentamenti nel processo di riqualificazione di Bagnoli e della scoperta di aree ancora contaminate nonostante fossero state già bonificate in precedenza. I costi aggiuntivi ammontano a 232 milioni di euro, triplicando l’importo preventivato.

La promessa di una città rinata e di uno sviluppo urbano sostenibile risale a ben 30 anni fa e sono passati ben 20 governi, di ogni colore politico. Tuttavia, gli abitanti si ritrovano ancora oggi a lottare con una realtà che non corrisponde alle aspettative. Il parco urbano, il parco dello sport, la linea di costa balneabile e nuove occasioni di lavoro sono ancora dei sogni e i cittadini vedono i loro quartieri privi di vitalità e opportunità.

La situazione si complica ulteriormente con la notizia che il mare locale rimane non balneabile. La bellezza naturale delle coste di Bagnoli è oscurata dall’inquinamento e dalla mancanza di progettualità per bonificare l’area marina. I cittadini, che dovrebbero godere delle spiagge e delle acque cristalline, si vedono costretti a rinunciare a questo privilegio a causa di un mare inquinato e poco salubre.

Nonostante ciò, qualche giorno fa, l’amministrazione comunale ha inaugurato a Bagnoli una piccola porzione di spiaggia pubblica dove risaltano i cartelli con il divieto di balneazione. A detta del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi ,la spiaggia è tornata ai cittadini. Una sabbia che sembra fango essiccato, che non può essere scavata per infilarci l’ombrellone e che è bagnata da un mare dove non si può fare il bagno. È come portare i bambini in un parco giochi dove le giostre sono fuori uso (i bambini napoletani sono abituati anche a questo!). O ancora, è come preferire di andare in un ristorante solo perché ha delle sedie comodissime anche se serve del cibo pessimo.

La stanchezza e l’indignazione sono palpabili tra la popolazione. I cittadini chiedono conto delle promesse non mantenute e delle risorse sprecate in progetti fallimentari. Si chiedono perché, nonostante gli anni trascorsi, la rigenerazione urbana sia rimasta solo un miraggio lontano.

Le autorità nazionali non possono più ignorare il grido di frustrazione dei cittadini. È ora di agire e di dare una svolta concreta alla situazione. È necessario un impegno sincero e una gestione oculata delle risorse per portare a termine una rigenerazione urbana efficace. Sono richieste politiche e azioni concrete che rispondano alle esigenze reali della comunità e che ripristinino la fiducia nella capacità delle istituzioni di realizzare cambiamenti positivi.

È arrivata anche l’estate del 2023. I napoletani stanno pianificando le loro vacanze. Immaginano di fare il bagno qui, di fare il bagno lì. Hanno una solida certezza trentennale: il bagno non lo faranno a Bagnoli.

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