Le rsa possono attendere: a sette mesi dal varo della legge di Bilancio il Dpcm necessario per sbloccare il contributo straordinario a copertura dell’aumento delle bollette nel 2022 ancora non si è visto. Come quello con il riparto del fondo che dovrebbe assicurare le professionalità necessarie alla ricostruzione dopo gli eventi sismici. Intanto l’Emilia Romagna ancora aspetta i decreti con le procedure per il versamento dei ristori dei danni subiti dagli operatori economici e i sostegni per gli studenti universitari che nell’alluvione di maggio hanno perso attrezzature e strumenti didattici. E, ciliegina sulla torta, è disperso pure il provvedimento ministeriale che doveva definire i criteri per il riparto del Fondo per il contrasto al consumo di suolo in favore delle Regioni e Province autonome. Mentre arranca sul Pnrr, il governo Meloni continua ad accumulare un ritardo dopo l’altro nel varo dei decreti attuativi necessari per tradurre in pratica i contenuti delle leggi.

Il terzo monitoraggio del Dipartimento per il programma di governo guidato dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, che aggiorna i dati al 30 giugno 2023, non lascia scampo nonostante le informazioni siano assai più scarne rispetto a quelle fornite nel secondo (20 pagine contro 65) e manchi tra l’altro il dettaglio sui ministeri meno virtuosi. Su 296 provvedimenti previsti da norme dello stesso governo ne sono stati approvati solo 75 e tra i 221 mancanti ben 65 hanno ormai visto “scadere il termine”. L’esecutivo è stato evidentemente molto impegnato a partorire decreti legge, gli strumenti che dovrebbero essere riservati ad affrontare situazioni straordinarie per necessità e urgenza: in tre mesi ne sono stati sfornati 16 che portano il totale (dal 23 ottobre 2022) a 45. Nel frattempo i provvedimenti attuativi latitavano e quelli da adottare salivano dai 207 di fine marzo a 296, appunto. Mentre lo stock ereditato dalla legislatura precedente si riduceva di un centinaio, da 376 a 275.

Legge di bilancio: 2 miliardi inutilizzati – Il risultato è che, nonostante abbiamo superato la metà dell’anno, sono ancora pendenti 73 su 118 decreti e dpcm previsti dalla manovra approvata a dicembre. Così 2 miliardi di fondi restano inutilizzati: poco meno della metà dei 3,9 miliardi previsti da norme che rinviavano a decreti di secondo livello (il resto per fortuna era “autoapplicativo”). Per ben 30 decreti il termine è scaduto. Consultando il motore di ricerca disponibile sul sito istituzionale si scopre che otto di questi sono di competenza del ministero di Infrastrutture e Trasporti guidato dal vicepremier Matteo Salvini: si va dall’indicazione delle tratte da finanziare per il potenziamento della Salaria (250 milioni) ai termini di erogazione dei 10 milioni del Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane intermodali. Congelati anche i 35 milioni per garantire efficaci collegamenti aerei con Sicilia e Sardegna e i 200 milioni del bonus carburante per le imprese di trasporto che usano mezzi almeno euro 5.

Il ministero dell’Economia dal canto suo si è scordato che entro 60 giorni dalla legge di Bilancio avrebbe dovuto decidere come permettere ai proprietari di immobili occupati di comunicare i requisiti per esercitare il diritto di non pagare l’Imu (con una perdita di gettito stimata in 73 milioni). E ormai la scadenza per il versamento dell’acconto è passata. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano non ha scritto il decreto con i dettagli sulla nuova Carta cultura Giovani e quella “del merito” (valore 190 milioni l’anno), che era atteso entro il 2 marzo.

A dar retta alla tabella sul sito del dipartimento, poi, il Tesoro non ha nemmeno stabilito la ripartizione del miliardo di euro stanziato come “emolumento accessorio” per gli statali, ma è un errore – che fa sorgere qualche domanda sulla qualità del monitoraggio stesso. Il Mef fa sapere che “è stato deciso di procedere amministrativamente con l’erogazione delle risorse alle singole amministrazioni” e le indennità arriveranno a luglio al comparto scuola, ad agosto agli altri dipendenti pubblici.

Dalla rigenerazione urbana alla trasparenza sui prezzi della benzina – Passando ai provvedimenti successivi, il decreto Aiuti quater convertito in legge lo scorso gennaio conta 9 decreti attuativi approvati ma altrettanti mai emanati. Tra cui quello del Mef sui criteri di erogazione dei bonus edilizi per interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari (scaduto il 18 gennaio), il riparto del fondo per investimenti in rigenerazione urbana a favore dei Comuni con meno di 15mila abitanti (i termini per il varo da parte del ministero dell’Interno sono scaduti il 30 giugno), la destinazione dei soldi per la riconversione verde delle raffinerie (andava approvato entro il 31 marzo dal ministero dell’Ambiente e valeva 260 milioni complessivi) e la definizione di un prezzo accessibile del gas naturale per i clienti industriali energivori (questa misura però non ha scadenza).

Il decreto Carburanti approvato a gennaio dopo le polemiche sulla presunta “speculazione” sui prezzi – poi smentita – prevedeva che il 50% delle sanzioni ai gestori venisse destinata tra l’altro a iniziative a favore dei consumatori per aumentare la trasparenza. Ma serve un decreto del ministero delle Imprese ancora non pervenuto. Mentre è in arrivato con un ritardo di oltre un mese quello sul bonus trasporti. Il decreto Ischia è monco dei criteri per l’erogazione di risorse ai Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno a recupero del mancato gettito legato alla sospensione concessa agli alluvionati.

Gli alluvionati aspettano – Per il decreto Bollette di marzo mancano all’appello le linee guida su standard di qualità e prezzi di riferimento dei servizi medici infermieristici con cui sopperire alle “gravi carenze di personale” dei servizi ospedalieri in caso di emergenza. Il decreto alluvione dell’1 giugno dava infine tempo fino al 2 luglio al ministero del Turismo, di concerto con il Mef, per individuare i “Criteri di determinazione, modalità di assegnazione e procedure di erogazione delle risorse” per la ripresa delle attività produttive e il ristoro dei danni subiti dagli operatori economici. Ma il dicastero guidato da Daniela Santanchè, in questi giorni impegnata su altri fronti, non ha rispettato la scadenza. Non è sola: mancano anche il decreto per avviare gli interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato, di competenza del ministero della Cultura e scaduto il 2 luglio, e la ripartizione delle somme disponibili per aiuti alle imprese agricole di Trento e Bolzano danneggiate dalla siccità, che avrebbe dovuto approvare entro il 12 giugno il ministero dell’Agricoltura.

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