Prima un’ora al Quirinale per parlare principalmente di giustizia e Pnrr, quindi l’intervento al convegno di Vox per portare il suo supporto al “vento di destra” in Spagna quando mancano dieci giorni alle urne. È trascorsa così la prima giornata di Giorgia Meloni dopo il vertice Nato a Vilnius. La presidente del Consiglio ha avuto un colloquio a tutto campo con Sergio Mattarella, focalizzato a lungo sul delicato tema della giustizia. All’ordine del giorno c’è la riforma Nordio, che è in arrivo in Parlamento. Ma sullo sfondo anche le tensioni con una parte della magistratura. Il presidente della Repubblica e la presidente del Consiglio si sono confrontati al Quirinale dopo il Consiglio supremo di difesa. La maggioranza parla di un incontro “senza tensioni” e dal Quirinale viene assicurato che il faccia a faccia “è stato cordiale, costruttivo”. Rassicurazioni convergenti, quasi contemporanee, che negli ambienti parlamentari di maggioranza e opposizione qualcuno ha interpretato come excusatio non petita.

I casi Delmastro, Santanché e La Russa sono spinosi per i rapporti di governo, per quelli interni alla maggioranza e per quelli fra governo e toghe. Mattarella è presidente del Consiglio superiore della magistratura e segue con attenzione le vicende. Non a caso, nei giorni scorsi ha ricevuto al Quirinale la prima Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, e il Procuratore Generale della Corte, Luigi Salvato. La riforma della Giustizia attende il via libera del presidente per l’invio alle Camere. La firma ci sarà – rimarcano fonti della maggioranza – e spetterà poi a Camera e Senato affrontare i nodi. Il Quirinale sarà poi chiamato a una nuova verifica prima della promulgazione.

In questa logica, si racconta sempre in ambienti parlamentari, il capo dello Stato avrebbe sondato la premier per capire fino a che punto ci sia una disponibilità ad aprire un confronto con le toghe su alcuni punti del disegno di legge. La posizione della premier è chiara, confermano fonti dell’esecutivo, è quella ribadita a Vilnius, dove ha criticato il modo con cui Santanché ha saputo di essere indagata (ma in realtà avrebbe potuto saperlo da sè, da mesi) e l’imputazione coatta contro Delmastro, ribadendo poi la volontà di procedere con la separazione delle carriere. Assai più sfumata la posizione sul concorso esterno in mafia: il ministro della Giustizia Nordio ha parlato di rimodulazione ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha frenato parlando di “tema non discussione” in un colloquio con Il Fatto Quotidiano.

La presidente del Consiglio avrebbe anche rassicurato Mattarella, che segue con una certa preoccupazione il percorso e i ritardi nelle tranche del Pnrr. Quindi è tornata alla politica d’attacco in un intervento al convegno di Vox, il partito di destra spagnolo: “Mi auguro che Vox abbia un ruolo importante nel prossimo governo. È arrivato il tempo dei patrioti, in Italia, in Repubblica ceca, abbiamo fatto capire che siamo in grado di governare. La vostra vittoria può dare impulso a tutta l’Europa”, ha detto intervenendo collegata in videoconferenza nel corso di una manifestazione elettorale del leader Santiago Abascal. Immancabile un richiamo alle politiche migratorie: “È fondamentale che i nostri due paesi lavorino insieme a difesa delle nostre frontiere, contro l’ìmmigrazione irregolare. È arrivato il momento di fare attenzione a ciò che importa, alla sicurezza delle nostre strade”.

Quindi ha attaccato le sinistre sostenendo che non possono “difendere i deboli e i lavoratori, noi sì, perché diciamo la verità”. La chiusura è invece dedicata al “fanatismo ultra-ecologista” che sta portando la sinistra ad “attaccare il nostro modello economico e produttivo”. La sostenibilità ambientale, ha sostenuto la premier, “deve essere accompagnata dalla sostenibilità economica e sociale per le nostre imprese e i nostri lavoratori”.

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