Pubblichiamo lo scambio di mail tra una lettrice la cui rata è salita da 731 a 1.475 euro e il suo istituto. Che fa muro sia alla richiesta di allungare i tempi di restituzione sia a quella di una sospensione dei versamenti. Un modus operandi frequente, stando alle tante testimonianze arrivate nei giorni scorsi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it.

di Valeria Galasso

Poter narrare la mia storia a qualcuno, davvero interessato all’ascolto, è uno spiraglio di umanità. Premessa: ho un mutuo a tasso variabile, acceso nel 2010 presso una banca tedesca, il cui unico riferimento rimasto in Italia è a Bolzano. La cifra ammonta a € 235.000,00 erogata come 100%, e 2 intestatari.

Condizioni: 27 anni suddivisi in 15 a tasso variabile Euribor a 12 mesi, e 12 a tasso fisso al 3,75% (motivo per cui mi stavo già attivando per cambiare prima del 2025).

A dicembre 2019 tramite rogito divengo unica intestataria dell’immobile, con conseguente accollo del mutuo non liberatorio. L’altro intestatario rimane coobligato in solido (garante), non perché non sia in grado, eventualmente, di sostenere tale impegno economico ma unicamente perché l’accordo sottoscritto non prevede alcuna modifica. Quindi – altro motivo per cui ho cominciato a cercare informazioni – sento il dovere di liberare burocraticamente chi è rimasto ingiustamente legato ad un vincolo.

Primo ostacolo: mutuo non surrogabile, perché le banche non eliminano il garante.
Secondo ostacolo: mutuo di sostituzione non richiedibile perché il residuo è ancora troppo alto per un monoreddito.
Attendo, in accordo con il garante – che mi concede altro tempo -, di far scendere il capitale in qualche anno.

Situazione attuale: a gennaio 2023 riprendo in mano la situazione e cerco banche per richiedere un mutuo (di sostituzione) ed estinguere quello in essere. Nessuna banca mi concede € 180.000,00. Mi dicono al massimo € 155.000,00. Nel frattempo giungono notizie inerenti all’aumento dei tassi: a Tizio è aumentata la rata da € 400,00 a € 600,00, a Caio invece di 300 euro (da 600€ a 900€); ancora, a Sempronio da 500€ a 750€.

Faccio un rapido calcolo, e mi dico che nella peggiore delle ipotesi il mio da € 730,00 potrebbe arrivare a €1.000,00, e anche se con grande sacrificio potrei continuare a cavarmela per un po’.

E arriva il 1° marzo 2023. Il mutuo, da un tasso di 1,90% arriva a 5,70%, ciò significa che la rata mensile di € 731,68 diventa €1.475,85. Faccio fatica a capire come solo 4 numeri in più possano significare oltre il 100%: non sono mai stata brava con i numeri.

Il terreno sotto i piedi cede. Vedo il buio. Cado in un pianto disperato. Decido di reagire: faccio telefonate, scrivo email, messaggi, penso a soluzioni. Avevo già mandato documenti per tentare nuovamente la richiesta di un mutuo: esito negativo! Per fortuna ho un fido in banca, e posso andare sotto. Sì, perché ho altri impegni finanziari oltre a bollette, condominio, assicurazioni, e magari anche nutrirmi, sopravvivere. Eh sì, sopravvivere, quale pretesa! Da quel giorno stento anche a sopravvivere.

Mi dicono intanto che posso chiedere alla banca una rinegoziazione, ci provo.

Scrivo una PEC:

Buon pomeriggio,

a seguito del cambio di tasso avvenuto in data 1 marzo 2023 (5,70% nom. p.a.), invio la presente per richiedere la possibilità di aderire alla rinegoziazione del mutuo.
Avendo raggiunto una quota netta mensile (€1.475,85) e superando più del doppio la precedente (€731,68), è divenuta somma insostenibile e ingestibile, anche a fronte del reddito e degli impegni finanziari della sottoscritta (pur volendo eventualmente includere i redditi del coobbligato in solido).

Certa di tutta la vostra comprensione, e nella viva speranza che questa situazione sia chiara anche a voi come non risolvibile in altro modo, rimango in attesa di cortese riscontro.

Cordialmente,

La risposta che ricevo è peggio di una mail che avrei ricevuto interrogando ChatGPT:

Gentile cliente,

In riscontro alla Sua del …, siamo a comunicarLe che, il tasso di interesse previsto da Decreto Bilancio 2023 alla data della sua richiesta, per il passaggio da tasso variabile a tasso fisso è pari al 5,073% e che in caso di accettazione verrà mantenuto tale fino alla data di assegnazione.

Precisiamo che tale proposta ha validità 15 giorni dalla sua richiesta, passato tale termine non sarà più valida.

Qualora volesse proseguire con la richiesta, Le chiediamo di inoltrarci la certificazione ISEE.

Distinti saluti

Non credo a quanto leggo, mi propongono un tasso fisso sostanzialmente uguale a quello variabile. (Mi chiedo se prima di scrivere facciano qualche valutazione). Cosa avrei ottenuto? Pagare una rata inferiore di quanto mensilmente, 20 euro, 30, 40?

Nel frattempo mi muovo su più fronti. Ritento una richiesta di mutuo altrove. Anche questa volta tutto si risolve in nulla. Magari, penso, posso richiedere alla banca una sospensione, perché è nelle sue facoltà concederla. Altra PEC degna di attenzione, la mia, con atteggiamento ancora composto (ma profondamente e silenziosamente tormentato):

Buongiorno,

La ringrazio Dott. … del celere riscontro, purtroppo però essendo il tasso variabile pari al 5,70% non trovo convenienza a procedere con l’operazione a tasso fisso.

Integro la presente con la richiesta di sospensione mutuo a 6 mesi, in quanto il mio reddito mensile netto di circa € … non è sufficiente a coprire la rata mutuo attuale di € 1.475,00, considerando attivi altri finanziamenti per un totale di circa € … mensili, più spese del quotidiano (bollette, viveri, e quant’altro). Questo alla luce del fatto che anche volendo considerare il reddito del garante, non rientrerei nella possibilità di adempiere a tale impegno.

Suddetta richiesta è effettuata sulla base di una domanda di somma anticipo… OMISSIS
Qualora riteneste necessario giustificare tale concessione sarebbe mia cura, eventualmente, inoltrarvi tutta la documentazione a corredo.

Certa della comprensione attendo cortese riscontro.

Cordialmente,

Di nuovo, ChatGPT sarebbe statə più empaticə:

Buon giorno, i contratti di mutuo… non prevedono interruzioni di pagamenti e/o sospensioni predefinite.

L’Istituto viene incontro alle esigenze dei clienti in difficoltá valutando i singoli casi.

Una richiesta di sospensione dei pagamenti (generalmente parziale, limitata alla quota risparmio/capitale) può essere presentata all’Istituto in caso si sia verificato un evento che influisca sulla capacità di rimborso.

Tali eventi possono essere legati all’attività lavorativa (cassa integrazione, licenziamento, riduzione significativa di orario, altro), oppure a spese significative straordinarie legate all´immobile, oppure al decesso o infermità di familiari che contribuivano al sostentamento familiare.

La invitiamo ad allegare tutta la documentazione attestante il momento di difficoltà finanziaria, allegando inoltre la documentazione relativa al licenziamento, copia dell´ultima busta paga (in caso di lavoro autonomo, ultima dichiarazione dei redditi e bilancio disponibile o in caso di pensione, il cedolino), l’ultimo modello CUD/730, lo stato di famiglia e copia dell’ultimo e/c trimestrale dei partecipanti al mutuo.

Ricevuta tutta la documentazione la Direzione provvederà quanto prima ad analizzare la pratica e a fornirVi una risposta in merito.

Desideriamo, inoltre, ricordarLe che l’esercizio della discrezionalitá connessa alla valutazione delle richieste di sospensione dei pagamenti è prerogativa insindacabile dell’ente al quale la domanda è proposta ed è dovuto a criteri e norme a cui la nostra Società deve attenersi.

Cordiali saluti

E io insisto, posto che non sembra aderire a verità la loro frase che ho evidenziato in grassetto, il problema non è il mio lavoro:

Buongiorno,

vi ringrazio della risposta, purtroppo però le mie difficoltà non sono relative ad eventi lavorativi né a spese significative straordinarie legate all’immobile, a meno che per spese straordinarie non si intenda un mutuo che aumenti oltre il 100%.

Sto cercando di trovare una soluzione ad una rata che da un giorno all’altro (e per 12 mesi consecutivi) da € 731,00 è diventata di € 1.475,00. È un impegno finanziario che ha cambiato totalmente veste. Non si tratta quindi di un accadimento inerente la mia posizione lavorativa, stabile e sicura.
Son certa che a nessuno possa sfuggire di comprendere quanto grave sia questa situazione, e che ripercussioni abbia quotidianamente nella praticità del “vivere” e psicologicamente.

Vorrei sapere se è possibile, a questo punto, una rinegoziazione interna, cambiando tipologia di mutuo, anche tramite una nuova istruttoria allungandone la durata.
Si potrebbe anche ipotizzare una cifra inferiore di circa €10.000,00 rispetto al residuo, attingendo eventualmente ai risparmi di alcuni familiari, piuttosto che vedere l’immobile esser messo all’asta.
Se invece fossero disponibili altre opzioni, sulla base di quanto da me narrato, vi pregherei di proporle al fine di concordare un’azione da intraprendere, per uscire da una condizione insostenibile da tutti i punti di vista.

Certa della vostra comprensione, ringrazio dell’attenzione.

[Con queste parole ho sentito venir meno la mia dignità, mi sono sentita vulnerabile, è stato intimamente doloroso, e non avrei mai meritato una risposta del genere]

Come dire, alla stregua di un risponditore automatico:

Gentile cliente,

In riscontro alla Sua del …, siamo a comunicarLe che, il tasso di interesse previsto da Decreto Bilancio 2023 alla data della sua richiesta, per il passaggio da tasso variabile a tasso fisso è pari al 4,981% e che in caso di accettazione verrà mantenuto tale fino alla data di assegnazione.

Precisiamo che tale proposta a (sic) validità 15 giorni dalla sua richiesta, passato tale termine non sarà più valida.

Qualora volesse proseguire con la richiesta, Le chiediamo di inoltrarci la certificazione ISEE.

Distinti saluti

Mi chiedo quanto l’assenza di una relazione fornitore-cliente pesi su tutto.

Mi interrogo su come uno Stato possa consentire che un mutuo aumenti oltre il 100%. Al di là del tetto massimo, stipulato o no, ci dovrebbe essere un limite etico che non porti le famiglie allo sgretolamento dell’anima, e di tutto il resto. Mi chiedo come si possa dormire la notte, quale coscienza abbia questo governo. Come si può far finta di nulla? Come si può fingere di tendere una mano con decreti legislativi che non possono essere “indossati” da tutti, indistintamente?

Perché si può permettere che un mutuo arrivi a 1500 euro e si sia obbligati a pagarlo se chiedendone uno nuovo con altre condizioni non viene concesso perché – a tutela del richiedente – la rata non deve superare 1/3 del reddito? È sempre la stessa cittadina a richiederlo, quella che costringete al pagamento di una percentuale ben più alta del “terzo”, quasi uno stipendio intero.

C’è qualcosa nel sistema che non funziona! Una falla così non può essere ignorata!
A meno che non ci sia la volontà di creare questo tipo di ciclo economico per altri fini, si dovrebbero prevedere e attuare delle politiche di recupero preventivo/piani di rientro, demandate a banche o enti, attraverso lo studio dei casi singoli per delineare un profilo, e accordare stanziamenti finanziari ad hoc. Il circuito bancario non può rifiutarsi di far pagare una cifra nettamente inferiore a quella che si è costretti a versare solo per la clausola 1/3. È paradossale!

Sarebbe da apostrofare come situazione “buffa e bizzarra” se solo fossimo in ambito letterario, ma siamo nella vita reale ed è una tragedia, una tragedia immensa! Una persona che ha la volontà di onorare un impegno finanziario cospicuo, avendone le potenzialità, dovrebbe essere agevolata e non contrastata. Si trascurano dei dati, delle informazioni che potrebbero cambiare le cose. A ricevere quel diniego ci sono persone la cui vita viene squarciata.

Lo stesso Decreto Bilancio 2023 nel mio caso è uno strumento non usufruibile. Non può esistere un vestito che vada bene a tutti. Già solo per aver richiesto una cifra più alta, rispetto a quella indicata come uno dei requisiti, sono fuori dal magico cerchio.

E faccio un’osservazione su questo punto: se viene chiesta una certa somma – che in realtà non definisce nulla poiché rapportata al mercato della città in cui si vive/acquista – che corrisponde al pagamento totale dell’immobile (100%), con ogni probabilità significa che non si ha disponibilità economica e si è in difficoltà fin dall’inizio di questo viaggio. Quindi, se il governo ha pensato a una manovra per andare incontro a chi ha subìto un aumento dei tassi, per quale motivo non includere anche questa fascia di utenza? Nessuno tra le mie conoscenze ha avuto un aumento del 100%. È un caso unico?

Gli articoli letti finora al riguardo non citano incrementi di tale percentuale. Si parla del 36%, del 55%, del 68%, voi, sul vostro quotidiano, vi siete spinti oltre con il 70%. Nessuno parla di mutuo più che raddoppiato? Neanche come caso isolato? A me ha sempre colpito il dettaglio, in tutto, nella vita, nei legami, nelle parole, nei gesti, etc.. Non si può lasciare che i particolari, seppur numericamente inferiori, non siano considerati come casi da sottoporre all’attenzione di un sistema da rettificare.

Oltre il 100% di aumento è una follia! È un omicidio legalizzato!

Ora veniamo alla parte tristemente divertente.

I pensieri/suggerimenti dispensati (da persone del settore):

– finché paghi la banca non sarà interessata a una trattativa, devi smettere di pagare —
Riflessione: quindi devo pormi in una condizione “illegale” per essere ascoltata e trovare un accordo? Nel frattempo vengo segnalata al CRIF, trascinando pure il coobbligato in solido;
– se smetti di pagare tutto andrà in mano al Tribunale che per Legge deve proporre un piano di rientro se accertato che il mancato pagamento è dovuto a un’impossibilità, e non a una volontà; —
Riflessione: vengo sempre segnalata (non solo io), non mi appartiene questo mo(n)do di pensare, avrei notti insonne (anche se queste lo ho già da tempo);
– non pagare, manda la casa all’asta, la vendono almeno alla metà del residuo mutuo, la fai ricomprare da qualcuno, e poi la riscatti pagandogliela —
Riflessione: ammesso e non concesso che tutto fili liscio (come mai nella vita), e che io abbia una persona disponibile a questo imbroglio, da dove prendo i soldi se sono segnalata e non posso chiedere prestiti per parecchi anni? Se avessi avuto i quattrini avrei chiesto un mutuo inferiore sanando la parte eccedente.
e bla bla bla…

Ad un certo punto – molto presto – sarà naturale, purtroppo, essere insolventi e non per strategia o aggirare il “sistema” perché tanto non ci saranno né vincitori né vinti, solo perdenti (cit.). Fino a quel giorno, però, la mia integrità sarà l’unica cosa che mi farà camminare a testa alta. Il mio stile di vita non è cambiato, è totalmente inesistente. Ho un fido che ho anche oltrepassato. Ho esaurito le risorse svincolando dei risparmi che avrei dovuto utilizzare solo per estinguere gli altri prestiti, al fine di poter chiedere un nuovo mutuo, e invece ho coperto il conto, pagato la rata pensando di respirare un po’, e sono punto e a capo.

Vado avanti, e non posso raccontare come. Mi crolla il mondo addosso, lentamente, inesorabilmente. E mi fa rabbia, perché ho uno stipendio dignitoso ma uno Stato non all’altezza della stessa dignità. Tra i vari pensieri che hanno attraversato la mia mente c’è stato quello sull’assicurazione vita. Un’ostinazione morale la mia, di essere a tutti i costi onesta e corretta in qualsiasi forma.

Vorrei denunciare lo Stato, o l’Europa se responsabile di tutto questo. Vorrei denunciare un sistema bancario autorizzato a ridurci a brandelli. E non posso condividere con nessuno come mi senta. Sembra nulla, ma è terribilmente devastante! Mi è stata tolta la dignità. Mi si sta togliendo tutto. Anche le amicizie, cui non posso dire tutto, perché mi vergogno di parlare della mia quotidianità, e che mi siedo sul divano e piango, sapendo che non potrò più farlo.

Fingo di aver fatto una colazione abbondante per saltare il pranzo. Fingo di stare male per non uscire a cena. O di avere altri impegni. Anche se a volte, una cena fuori, la faccio ugualmente per non destare preoccupazioni. Faccio finta che tutto vada bene. Che troverò una soluzione. Che tutto sia gestibile. Tutto questo dolore ineffabile è logorante, emotivamente insostenibile, con tutte le conseguenze psicologiche e sociali.

[Moralmente intatta ma dentro muoio, ogni giorno di più]

L’unica certezza, è la mia corsa al parco, ogni giorno…

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