di Antonio Di Giovanni

L’inchiesta di Report, ha mostrato carte alla mano, testimonianze che evidenziano la totale malafede della ministra Daniela Santanchè, che di “santa” ha solo una parte del cognome. Eh sì, perché ha mentito non solo al Senato, ma anche ai cittadini, rivestendo il suo ruolo istituzionale di ministro di questo Paese.

Voglio quindi suggerire una riflessione su questo popolo italiano. Da una parte abbiamo chi chiede l’abolizione del reddito di cittadinanza istituito dal Movimento 5 Stelle, perché alcuni, pochi peraltro (dati statistici Inps), se ne appropriavano indebitamente, mentre dall’altra abbiamo lo stesso popolo che plaude a una forza politica rea di aver nominato un ministro accusato di falso in bilancio e bancarotta. Dicotomia abbastanza preoccupante direi, quella di un popolo incapace di fare delle profonde riflessioni politiche, di un popolo che sembra quasi godere (lasciatemi passare questo termine) del fatto che quello di turno ignora i suoi bisogni, le sue aspettative e, soprattutto, le richieste fatte in campagna elettorale, puntualmente non rispettate.

Gridano allo scandalo se un poveraccio prende 700 euro al mese di reddito di cittadinanza, ma stanno in silenzio sul ripristino da parte del governo Meloni dei vitalizi ai parlamentari. Ormai si tace su tutto, sulla revoca di una misura come il super bonus, perché qualcuno faceva il furbetto, si tace sulla cancellazione del reato di abuso di Ufficio e sulla stretta alle intercettazioni telefoniche.

Ridicoli, si potrebbe dire, ma poi invece, pensandoci bene, sono i veri furbi che, rispetto al 60% degli astenuti, sono andati a votare i loro amici facendoli vincere, gli amici che dovevano garantirgli questo tipo di politica: e allora aveva ragione Gramsci quando scriveva nella sua lettera Odio gli indifferenti che “L’indifferenza è il peso morto della storia, l’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera”. Ed è sempre l’indifferenza di qualcuno, infatti, che permette a determinate forze politiche di governare questo Paese.

Una situazione davvero imbarazzante per l’Italia, che sta facendo i conti con una crisi economica devastante, imbarazzante perché c’è chi continua a lamentarsi, a piagnucolare e a bestemmiare, come diceva Gramsci, in “un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente”. Indifferenti come quel 60% di elettori che non sono andati a votare.

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