Dopo i ritardi e le criticità accumulate nei mesi scorsi, il governo Meloni ha presentato martedì 11 luglio la social card “Dedicata a te”, una carta elettronica distribuita da Poste italiane con un contributo unico di 382,50 euro per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità. Non chiaro perché serva una card, considerato che la somma verrà erogata una tantum. Il beneficio presentato in pompa magna dai ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Elvira Calderone (Lavoro), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), oltre al presidente dell’Anci Antonio Decaro, a quello di Federdistribuzione Carlo Alberto Buttarelli, al direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi e al direttore generale di Postepay Laura Furlan sarà destinato a persone con Isee fino a 15mila euro ma ad esclusione di tutti quei nuclei famigliari che percepiscono il reddito di cittadinanza, il reddito di inclusione o uno dei sussidi di disoccupazione fra cui Naspi e Cig (anche se è solo un componente a riceverlo). Insomma, quelli più in difficoltà.

I beneficiari stimati della misura sono circa 1,3 milioni che, a partire dal 18 luglio, saranno contattati dai comuni per la comunicazione delle indicazioni per il ritiro delle carte presso gli Uffici postali. Il termine era inizialmente previsto per la fine di giugno, ma è slittato, come comunicato da Inps il 26 giugno, perché “in base ad alcune segnalazioni pervenute dai Comuni, è emersa l’esigenza di rendere più flessibili le modalità di gestione delle liste dei potenziali beneficiari del contributo da parte dei Comuni, al fine di garantire la piena attuazione delle finalità di sostegno del Fondo Alimentare”. L’ammontare di denaro che riceveranno le famiglie beneficiarie potrà essere utilizzato soltanto per acquistare beni alimentari di prima necessità (quindi non gli alcolici), elencati in un allegato, al cui interno figurano carne, pesce, latte, pane, frutta, verdura e caffè.

I criteri di preferenza indicati dal decreto governativo sono i seguenti: nuclei con tre componenti con figli piccoli rispettivamente nati entro il 31 dicembre 2009 e 2005, o semplicemente tre componenti. Il valore Isee più basso farà in ogni caso da premio e, nell’eventualità in cui dovessero avanzare delle carte, queste verranno assegnate ai nuclei “anche unipersonali, in effettivo stato di bisogno, sulla base di informazioni rinvenienti dai locali servizi sociali” presenti in un elenco redatto da Inps.

In merito alla possibilità di frodi nell’utilizzo della card, anche in virtù di tutte le polemiche emerse negli anni scorsi sui mancati controlli nell’erogazione del reddito di cittadinanza, il ministro Lollobrigida ha risposto a che il governo “confida sul controllo degli esercenti e sul fatto che i cittadini spendano i soldi che ricevono con questa modalità” dal momento che “non è possibile mettere su un grande fratello” per le verifiche.

Per la Cgil il contributo una tantum è “uno schiaffo alle dignità delle persone in condizioni di disagio e povertà”, come ha riassunto la segretaria confederale Daniela Barbaresi. “Dopo aver tolto il Reddito di Cittadinanza a 500mila nuclei familiari in condizioni di povertà e disagio, il governo lancia in pompa magna quello che è semplicemente un contributo una tantum di 383 euro per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità: praticamente l’equivalente di un solo caffè al giorno”. Barbaresi ha poi sottolineato che il taglio del Rdc ha prodotto un risparmio di 2,7 miliardi sulla povertà, e ora il governo stanzia mezzo miliardo su “una misura di impatto risibile” senza intervenire sul potere di acquisto di salari e pensioni.

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