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Barbara D’Urso: “Da Mediaset mi hanno lasciata a casa in pochi giorni”. Ma i segnali di cedimento del ‘dursismo’ (e del rapporto con l’azienda) c’erano

Niente preavviso, dice. Eppure, che il clima fosse cambiato e che il dominio dursiano mostrasse da tempo qualche crepa, era evidente a tutti. Addetti ai lavori e pubblico

di Francesco Canino

Prima del Covid c’erano tredici programmi di Barbara D’Urso, oggi uno… di pomeriggio, quando la gente si fa la mezzoretta di pennichella”. È passato un anno esatto dalla battuta di Pio e Amedeo, pronunciata alla presentazione dei Palinsesti della stagione 2022/2023 davanti ad un imbarazzato Pier Silvio Berlusconi: dodici mesi che sembrano una vita fa. Riascoltata a distanza di un anno e dopo l’intervista shock – tanto per citare un lessico familiare alla conduttrice, ormai ex, di Pomeriggio 5 -, quella boutade ha un sapore che definire agrodolce è un eufemismo. “Barbara è una signora professionista, troveremo il programma giusto”, spiegò poi Berlusconi ai giornalisti, annunciando il rinnovo del contratto. Una frase che mise fine a settimane di indiscrezioni lanciate da Dagospia sulla presunta rottura tra la presentatrice e il Biscione. Dodici mesi dopo, quello strappo si è però consumato in una maniera che più fragorosa era difficile da immaginare. Soprattutto per i toni inediti scelti dalla D’Urso nell’intervista a Repubblica: “Non ho concordato niente, mi hanno lasciato a casa in pochi giorni.

Niente preavviso, dice. Eppure, che il clima fosse cambiato e che il dominio dursiano mostrasse da tempo qualche crepa, era evidente a tutti. Addetti ai lavori e pubblico. È il 2019, ma pare un secolo fa, quando la D’Urso si ritrovò a condurre quattro programmi in una sola stagione. Stakanovismo senza fine, da Pomeriggio Cinque a Domenica Live, da Live – Non è la D’Urso al Grande Fratello. Ed è forse in quell’abbuffata senza fine che qualcosa si inceppa: gli ascolti fino ad un certo punto reggono, ma il giro di ospiti, storie e narrazioni è talmente a incastro che si fa fatica a capire dove inizi un programma e dove ne finisca un altro.

Sui programmi della “grande sorella” Barbara cominciano così ad addensarsi le prime nubi, tira aria di ripensamenti. Alcune scelte non piacciono, altre addirittura avrebbero infastidito i vertici. “Quel passaggio mi ha provocato un po’ di disagio e un po’ d’imbarazzo”, disse Maurizio Costanzo a proposito dell’Eterno riposo recitato in diretta dalla conduttrice con Matteo Salvini. Lo stesso sentimento che avrebbe provocato in Pier Silvio Berlusconi, assicurano alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Si arriva poi al 2021 ed ecco la doppietta di chiusure: prima cala il sipario su Live – Non è la D’Urso, poi su Domenica Live. Contenimento dei costi, si disse.

Ma le vere ragioni furono altre: ascolti in calo e soprattutto la volontà di cambiare linea editoriale. Lo disse lo stesso Berlusconi, non è un’invenzione degli haters di Carmelita, sia chiaro. “L’infotainment a 360° che passa da politica a cronaca a gossip nel post Covid non ha più senso”, spiegò a luglio del 2021 l’Ad di Mediaset. L’evoluzione evocata ieri era dunque cominciata almeno due anni fa. E che in questi ventiquattro mesi qualcosa sia cambiato nel rapporto tra la conduttrice e l’Azienda – o meglio, tra l’Azienda e la conduttrice – oltre che tra lei e le colleghe (come non ricordare il comunicato stampa della Fascino di Maria De Filippi dopo le parole del fidanzato di Antonella Elia a proposito di Temptation Island?) è sotto gli occhi di tutti.

La durata accorciata di Pomeriggio 5, lo spostamento in uno studio più piccolo, il mancato rinnovo di tutti i suoi programmi identitari erano indizi che parlavano chiarissimo. Così come parlarono chiaro i numeri, dal flop del reboot de La dottoressa Giò agli ascolti tiepidini de La pupa e il secchione. “È la fine di un’era”, hanno scritto in migliaia sui social. Forse è semplicemente il naturale esaurimento di un ciclo. Il dursismo probabilmente continuerà, ma non a Mediaset.

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