Dopo essere diventato un caso diplomatico tra l’Italia e l’Unione europea, ora lo stadio Artemio Franchi finisce davanti al Tar del Lazio. Il Comune di Firenze infatti ha depositato il ricorso contro il decreto che taglia i 55 milioni di euro, sui 200 totali necessari per i lavori di rinnovamento dell’impianto. Il Franchi infatti era stato infilato tra i progetti di inclusione sociale coperti dai fondi del Pnrr, ma nel corso della primavera è arrivato il veto di Bruxelles che ha costretto il governo alla retromarcia. Ora il Comune però si ritrova senza i soldi che aveva previsto: nelle argomentazioni del ricorso si fa riferimento al fatto che “la proposta di intervento è stata dichiarata ammissibile dal ministero dell’Interno che non ha posto alcun rilievo” e si spiega che “a fine marzo 2023 il direttore centrale del ministero dell’Interno scriveva una nota all’unità di missione Pnrr, inviata anche al Comune di Firenze, per evidenziare che l’intervento non presentava criticità rispetto alle condizioni del finanziamento”.

Insomma, a Firenze nessuno era stato avvertito che quei fondi potessero saltare. E almeno ufficialmente a Roma nessuno aveva sollevato problemi sul fatto che lo stadio di una squadra di Serie A facesse parto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Anche le date sono importanti: proprio a fine marzo infatti era già noto come la ristrutturazione dell’Artemio Franchi di Firenze fosse finita nel mirino della Commissione Ue, che l’aveva inserita fra i principali rilievi all’Italia sull’attuazione del Piano.

Il nuovo Franchi – ammesso che si farà mai, a questo punto non è nemmeno scontato – nell’aprile 2021 era stato inserito nel Piano nazionale complementare, che col Pnrr c’entra solo a livello concettuale, ma è composto da risorse statali. Per la ristrutturazione erano stati previsti circa 125 milioni. Successivamente, a dicembre 2021, il ministero dell’Interno pubblica il decreto per l’attuazione della linea “Piani integrati urbani” della missione 5 del Pnrr. A Firenze si accorgono che i milioni ricevuti dal ministero di Franceschini non bastano per completare lo stadio e decidono di candidarsi: in questo caso il progetto presentato dalla città metropolitana è più ampio, copre diversi Comuni del territorio e vari interventi. Ad aprile 2022, un anno dopo il primo contributo, il Viminale pubblica il decreto che destina, fra gli altri, 157 milioni a Firenze: 55 sono per il Franchi, che così ha completato il suo budget.

Proprio questi soldi un anno dopo, ovvero pochi mesi fa, sono stati contestati dalla Commissione Ue e sono finiti al centro del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles. Che alla fine ha avuto la meglio: lo stralcio dei 55 milioni destinati al Franchi (e di altri fondi per il Bosco dello Sport di Venezia) è stato infatti legato allo sblocco dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Così, improvvisamente, circa un quarto dei fondi destinati alla ristrutturazione dello stadio sono saltati. Un problema enorme per il Comune di Firenze, che si è ritrovato con un buco nel progetto. E che ora in Tribunale cerca di recuperare quei soldi.

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