Se analisti e politologi russi hanno apertamente dichiarato che il tentativo di colpo di Stato di Prigozhin ha minato irreparabilmente il potere di Putin, anche i media in Russia non nascondono la crisi che si è aperta lo scorso fine settimana. Il Moskovsky Komsolets – diffuso in particolare a Mosca con una tiratura di circa un milione di copie – titola: “Prigozhin se ne andrà, ma il problema resta”. “La Russia ha mostrato la sua vulnerabilità al mondo e a se stessa”, precisa il sottotitolo. “La Russia corre a tutta velocità sull’orlo dell’abisso e alla stessa velocità se ne è allontanata. Si è evitato lo scenario più terribile. Un conflitto armato in patria, una spaccatura totale delle forze di sicurezza, battaglie nelle strade delle città, incluso a Mosca”, si legge nell’articolo principale della testata. “I vertici hanno dimenticato che le lettere P e M in Pmc Wagner, che stanno per Militari Privati sono incompatibili. Un monopolio è quasi sempre negativo. Ma ce ne è uno che è sempre positivo e necessario. È il monopolio dello Stato sulla forza legittima. Se tale monopolio non c’è, come abbiamo visto l’esistenza stessa dello Stato è minacciata”.

Kommersant, considerato il maggiore quotidiano politico-finanziario del Paese, cita fonti secondo cui diverse unità della Wagner hanno rifiutato di partecipare al convoglio diretto a Mosca. Alcuni mercenari hanno lasciato Rostov per fare ritorno alle loro basi. Secondo il quotidiano, deputati, senatori, governatori e altri funzionari hanno espresso un forte sostegno al Presidente e condannato i ribelli. L’ordine di colpire le colonne Wagner non è stato impartito, poiché le autorità hanno cercato di evitare vittime inutili sia tra la popolazione civile che tra i mercenari “in segno di rispetto ai loro meriti militari”, si sostiene. Alle unità del ministero degli interni e della Guardia nazionale a Rostov è stato ordinato di allontanarsi dal quartier generale del distretto militare meridionale e di non interferire con le azioni di Wagner mentre in parallelo erano stati aperti negoziati con i ribelli a cui nel pomeriggio si è unito Aleksandr Lukashenko, prosegue la versione ufficiale tesa a giustificare l’apparente vuoto di potere della giornata di sabato.

Nezavissima Gazeta, che ha una tiratura di circa 50mila copie, sottolinea che “il sistema giuridico può essere tanto flessibile da essere inesistente”, come dimostra la chiusura del caso penale aperto contro Prigozhin dopo il suo accordo con il Cremlino (che invece sarebbe ancora aperto, come emerge oggi, ndr). “Sotto pressione, la verticale del potere ha deciso di non autodistruggersi. È difficile considerare come efficace un tale sistema. Ma non c’è niente di nuovo”. “Gli eventi del 24 giugno avranno senza dubbio conseguenze a lungo termine sul Paese”, la singolare ammissione del quotidiano. “Il totale disarmo di tutte le formazioni armate non inserite nelle forze regolari è richiesto non solo dal codice penale ma anche dalla realtà politica di oggi. In Russia non ci devono essere militari leali prima di tutto al loro capetto”, si denuncia inoltre. “Questo tipo di compromessi – quello fra Prigozhin e il Cremlino, ndr – si fa con oppositori politici, non con criminali e terroristi. Dobbiamo forse considerare Prigozhin come un politico? Non c’è risposta ancora”. La Komsomolskaya Pravda, il giornale più venduto in Russia, non abbandona la posizione di totale allineamento con il Cremlino e sottolinea invece che gli eventi di sabato “non hanno indebolito il nostro Paese, ma lo hanno rafforzato”. “E’ stato il Presidente Putin a salvare la Russia e fermare i convogli di Prigozhin. E’ stato lui a concludere in modo sicuro la vicenda. La Russia ha moltiplicato il suo prestigio, dimostrando di poter affrontare qualsiasi crisi, esterna e interna”.

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