Nei 33 atti di nascita impugnati dalla procura di Padova perché relativi a bambini con due mamme, c’è anche quello della bimba di due mamme 30enni che un anno fa avevano registrato la figlia con entrambi i cognomi. Anche perché la piccola è anche geneticamente figlia di entrambe: “Abbiamo fatto una fecondazione eterologa in Spagna. L’ovocita di Cristina – racconta a Repubblica Vanessa – è stato fecondato con il seme di un donatore e impiantato nel mio utero. Io l’ho partorita, ma Vittoria ha il Dna di Cristina. Peccato che l’Italia riconosca come madre soltanto colei che partorisce”. Le due donne, entrambe operaie, hanno solo una prospettiva quella di impugnare, ma i soldi potrebbero essere un problema: “Tutti i nostri risparmi li abbiamo spesi per far nascere Vittoria, il nostro sogno, dopo sette anni di amore. Siamo soltanto due operaie, io faccio il pane, adesso sono in malattia, ho altri tre figli e Cristina è in disoccupazione. Anche per chiedere la stepchild adoption ci vogliono delle risorse. Ci è caduto il mondo addosso”. Anche perché Vanessa è stata appena operata per un tumore ed è lei che è al momento l’unica mamma della bimba. Che è stata fatta nascere a Padova proprio perché “sapevamo che il comune di Padova riconosceva i certificati di nascita con due madri, a differenza del nostro comune. Così mentre ero incinta abbiamo chiamato l’anagrafe di Padova e ci hanno consigliato di andare a partorire lì”.

“Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti – aveva detto ieri il sindaco di Padova, Sergio Giordani dopo la diffusione della notizia – Lo abbiamo sempre tempestivamente comunicato alla Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l’interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro. C’è un vuoto legislativo gravissimo rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare; ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini”.

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