Nel panorama politico italiano, è innegabile che il Partito Democratico abbia realizzato le politiche più progressiste della sua storia antica e recente quando è stato alleato con il Movimento 5 Stelle. Questo è un dato di fatto che può essere osservato sia nelle decisioni prese durante il governo di coalizione tra i due partiti, sia in Regione Lazio, dove abbiamo governato insieme per due anni, sia in Puglia, dove attualmente governiamo.

La difesa del Reddito di Cittadinanza (anche se introdotto durante il governo con la stessa Lega che adesso invece lo ha abolito), la rete di protezione sociale della gestione del Covid, le politiche ambientali, l’individuazione degli assi strategici della transizione ecologica e trasformazione digitale introdotti nella politica nazionale e regionale e portati in Europa durante la trattativa per il Piano di Ripresa e Resilienza: sono i primi esempi che mi vengono in mente di proficua collaborazione e condivisione di un progetto progressista.

Perché non può essere esserci altra idea di progresso che non sia strategicamente legata alla sostenibilità ambientale e sociale. In un mondo fragile ed esposto a rischi inediti come sono quelli climatici, di fronte ai quali – come persone e come organizzazioni – siamo evidentemente impreparati, perseguire strategie di mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico, proteggere ed includere nel percorso di transizione tutti i cittadini partendo dai più indifesi, sviluppare nuove competenze per lavori nuovi è l’unico percorso che può darci una chance come genere umano e come pianeta di garantire alle future generazioni la stressa prosperità di cui hanno goduto le nostre. L’unico progresso possibile.

Leggo invece da sabato che diversi esponenti Pd, spesso dalle loro esternazioni evidentemente nostalgici del cosiddetto “turboliberismo”, criticano Elly Schlein, leader del partito, per essere passata a dare un saluto come simbolo di condivisione durante una manifestazione a favore di condizioni di lavoro più stabili e contro la precarietà. Forse perché questa visita rappresenta una svolta significativa nel posizionamento politico del Partito Democratico e mostra una assunzione di impegno nei confronti delle persone che vivono in situazioni lavorative precarie.

È importante ricordare che la politica è un terreno complesso, in cui la collaborazione e l’unità tra i partiti possono portare a risultati positivi. Dobbiamo evitare di cadere nell’estremismo ideologico, in cui si rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di collaborazione. La politica richiede una visione pragmatica e la volontà di unire forze per raggiungere obiettivi comuni. In questo contesto, è positivo vedere il Pd e il Movimento 5 Stelle lavorare insieme per realizzare politiche progressiste che affrontino le sfide del nostro tempo.

Mentre alcuni nostalgici del “turboliberismo” possono criticare il Pd per questa alleanza, è importante guardare oltre l’ideologia e riconoscere che l’impegno per una società più giusta e equa richiede alleanze che superano le divisioni tradizionali. Le politiche progressiste possono emergere solo quando i partiti si uniscono per affrontare i problemi che affliggono il Paese e contribuire a costruire una società più inclusiva e sostenibile. Dobbiamo superare la visione ideologica ristretta e valutare le azioni politiche sulla base dei risultati che riescono a ottenere per il bene comune.

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