Se la Juventus ha seppellito l’ascia di guerra, Andrea Agnelli non ha alcuna intenzione di arrendersi. L’ex presidente bianconero ha deciso di ricorrere al Tar del Lazio contro la squalifica a 2 anni comminata dal Collegio di garanzia del Coni, la ‘cassazione’ dello sport. La mossa di Agnelli arriva dopo la definizione di tutto il giudizio sportivo per gli altri protagonisti del doppio deferimento sui due filoni d’inchiesta della procura di Torino per i presunti falsi in bilancio.

E va decisamente controtendenza rispetto ai toni distensivi scelti dalla Juventus dopo la condanna per le plusvalenze (10 punti di penalizzazione) e la scelta di chiudere il deferimento legato alle “manovre stipendi” con un patteggiamento che ha evitato una nuova stangata in classifica e il rischio di una maxi-multa.

Agnelli – che ha lasciato tutte le cariche societaria, non solo quelle dentro la Juventus, mantenendo solo la poltrone nei cda delle holding di famiglia – va ora a cercare giustizia fuori dall’ambito sportivo, con effetti potenzialmente dirompenti se le sue ragioni dovessero trovare accoglimento da parte dei giudici amministrativi. La sua mossa arriva nell’ultimo giorno utile per impugnare la sentenza del Collegio di garanzia del Coni e la cura della disputa legale è stata affidata all’avvocato Vittorio Angiolini. Un eventuale pronunciamento favorevole all’ex presidente, tra l’altro, ‘sconfesserebbe’ di fatto le scelte della società che ha preferito accettare quanto stabilito dalla giustizia sportiva.

L’ex presidente bianconero, artefice del ciclo di 9 scudetti consecutivi, è stato tra l’altro mandato a processo davanti al tribunale federale nazionale – udienza fissata il 27 giugno – per le manovre stipendi. L’udienza si sarebbe dovuta svolgere lo scorso giovedì ma è stata rimandata per improrogabili impegni di lavoro dello stesso Agnelli. L’ex presidente Juve è stato l’unico a non accettare il patteggiamento tra i dirigenti bianconeri lo scorso 30 maggio, quando invece anche il club ha patteggiato una sanzione di oltre 700mila euro chiudendo ogni pendenza davanti alla giustizia sportiva italiana. Per Agnelli, resta ancora la possibilità di un patteggiamento entro la nuova data del procedimento. Ma vista la mossa per l’altra sentenza appare difficile che voglia trovare un accordo.

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